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Accadde oggi. Jerzu e la strage di innocenti a Barigadu la notte tra il 7 e l’8 gennaio 1896

Foto Agugliastra

È la notte tra il 7 e l’8 gennaio 1896 – una notte iniziata come molte altre ma terminata con il rosso del sangue – quando a Jerzu accade un fatto che è oggi ricordato come “la strage di innocenti a Barigadu”.

Alcuni malviventi si introducono – dopo aver sfondato la porta a colpi di scure – a casa del vedovo Raffaele Carta Gaini. Uccidono prima l’uomo e poi suo nipote quattordicenne Cesare. Emanuele, l’altro nipote, riesce a salvarsi nascondendosi sotto un bue. I malviventi, divenuti matti dalla sete di denaro e privi di qualsiasi inibizione, non si fermano: cercano e cercano in tutta la casa, buttano giù tutto in una folle ricerca di qualcosa che possa arricchirli.

Nella casa accanto vivono sette donne che, impaurite dalla furia di quegli uomini, non danno l’allarme. L’arrivo dei carabinieri è segnato dall’inizio di uno scontro a colpi d’arma da fuoco. All’alba un altro innocente trova la morte a causa di una pallottola vagante: Priamo Pilia, giovane pastore, perde la vita per ultimo in quella che è una tragedia antica ma che ancora produce dolore.

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