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Perdas, un murale in omaggio alla transumanza nelle vie del centro storico

Un nuovo murale in omaggio alla transumanza abbellisce il centro storico foghesino. Il dipinto murario è stato realizzato da una coppia di giovani artisti che coltiva l’hobby della pittura, Massimo Orrù e Francesca Locci.

Un murale che i due giovani hanno regalato alla famiglia Conigiu, dipingendolo nella parete della loro casa, ma che rappresenta un vero e proprio omaggio a tutta la comunità, un ricordo dei tempi passati che affonda le radici nella tradizione pastorale della nostra isola.

L’intento di Massimo e Francesca è quello di far capire come vivevano la transumanza , “Sa tramuda”, i foghesini, e soprattutto non fare dimenticare ai più giovani questa importante usanza, che quasi non si conosce più.

“Un tempo nel paese  passavano le mandrie di mucche, pecore e capre che partivano da Arzana e Villagrande” spiegano i giovani “il loro passaggio era atteso e  con questi allevatori che arrivavano da lontano, i foghesini instauravano un rapporto di amicizia e rispetto”.

Perdasdefogu era una tappa de “Sa tramuda” e i forestieri che vi arrivavano venivano accolti in casa, con le proprie  greggi nei cortili, magari solo per una notte, per poi  proseguire verso pascoli de “Su Pranu” o verso il Campidano per svernare.
“Questi uomini nel paese portavano allegria, senso profondo di amicizia, voci e melodie, tanti suoni, come quello dei campanacci, una musica che è rimasta nei cuori di chi attendeva quel passaggio. Il pastore con l’ esigenza di transumare ha creato mille itinerari e Perdas ricadeva in uno di questi”.
In una settimana Massimo e Francesca con grande dedizione e passione hanno realizzato in bianco e nero questa bella opera d’arte, per sottolineare la memoria di questa usanza pastorale che racchiude in sè un’identità profonda.
Il murale ha già riscosso molto successo, in tanti sul social Facebook si sono congratulati con i due giovani, ringraziandoli per il bellissimo lavoro svolto. Grande soddisfazione anche dalla famiglia Conigiu a cui il murale è dedicato.
Tra gli auspici di Massimo e Francesca c’è sicuramente la voglia di non dimenticare e di far conoscere ai più il senso profondo della “Tramuda“,  “vorremmo  fare in modo che il bambino che si fermerà davanti a quel dipinto venga rapito dalla curiosità, che si domandi come funziona ancora oggi questa usanza pastorale”.

La memoria di un mondo lontano che si stampa negli occhi del passante, in altri due murales gli artisti hanno riprodotto le pecore “mannalissas” e le donne che si recavano a lavare i panni al lavatoio, attingendo le loro idee da quel serbatoio inesauribile che è la tradizione sarda, e,  concludono i due artisti “i nostri murales devono avere un intento: risvegliare il passato”.

 

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