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Emergenza Lingua blu in Ogliastra: fronte unico tra amministratori comunali e pastori

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L’emergenza Blue tongue continua ad attanagliare l’Ogliastra e le amministrazioni comunali che ospitano gli allevamenti colpiti dal morbo corrono ai ripari. Domani alle 19, nella sala consiliare, gli amministratori  di Loceri incontreranno gli allevatori per discutere della grave situazione che si è determinata nel paese.

«Vogliamo chiedere ai pastori quale è la loro situazione e capire se ci sono dei ritardi nelle vaccinazioni» spiega il sindaco Roberto Uda  che intende chiedere l’intervento della Regione affinché sostenga il comparto  e sta studiando misure per aiutare i pastori ad affrontare l’emergenza. Anche Bari Sardo, col primo cittadino Ivan Mameli  ha chiamato in causa i vertici regionali per quella che sembra un’emergenza senza fine.

Cifre drammatiche con sessanta focolai, tremila pecore infette dal morbo e venticinque animali morti. Un bilancio destinato però ad aggravarsi. Sulla vicenda è intervenuto anche il capogruppo regionale di Forza Italia Pietro Pittalis che non nasconde la preoccupazione: <<E’ davvero un problema devastante per il comparto agropastorale della Sardegna – dice il leader degli azzurri – già stretto da difficoltà legate alla carenza delle risorse idriche e agli incendi>>.

Tra i centri maggiormente colpiti Desulo nel nuorese e Barisardo in Ogliastra. «La giunta regionale si è fatta trovare impreparata di fronte all’emergenza. Ci chiediamo per quale motivo, se è vero che i primi focolai sono stati riscontrati nell’Isola nel mese di ottobre, non siano state attivate le procedure per una campagna di vaccinazione. Solo così si sarebbe potuto evitare un disastro».  Il rischio è di perdere il patrimonio dei capi ovini colpiti dal morbo.

«Queste lungaggini segnalano la mancanza di prevenzione, con il fallimento totale dell’esecutivo per la risoluzione dei problemi del settore – conclude Pittalis – Ora è necessario che la Regione metta in campo le risorse per i risarcimenti dei danni che le aziende agropastorali stanno da tempo subendo».

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