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“Abbiamo bisogno di genitori autorevoli”, intervista allo psicologo Matteo Lancini

Si è conclusa mercoledì 2 agosto la quarta edizione della manifestazione culturale “Una Torre di libri” a Santa Maria Navarrese.

Il Dott. Matteo Lancini, noto psicologo e psicoterapeuta, ha chiuso in bellezza la rassegna ( organizzata dalla Biblioteca comunale di Baunei in collaborazione con l’ASD Basket Tortolì guidata da Agostino Murgia e con l’associazione Suoninarte presieduta da Enzo Ferreri) presentando ad un nutrito pubblico il suo ultimo libro “Abbiamo bisogno di genitori autorevoli”, in compagnia del professore Giuseppe Virdis.

Lancini è psicologo e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica. Presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano e dell’AGIPPsA (Associazione Gruppi Italiani di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Adolescenza) è anche docente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-Bicocca e presso la Scuola di formazione in Psicoterapia dell’adolescente e del giovane adulto Arpad-Minotauro.

«È stata una serata piacevole e sono contento della partecipazione attiva del pubblico e del dibattito che si è creato» racconta Lancini «L’adolescenza è un periodo di sconvolgimenti fisici e rivoluzioni psichiche che stravolgono gli equilibri della famiglia»

Come comportarsi con un figlio che attraversa questo periodo cruciale del suo sviluppo?

Non è facile per i genitori gestire gli adolescenti, specialmente per il fatto che il modello educativo con cui sono cresciuti i genitori non viene più usato. I bambini crescono in una famiglia più affettiva e in un ambiente ideale per sviluppare la creatività rispetto al passato. Quando poi arriva l’adolescenza purtroppo in mancanza di altri mezzi si arriva a dire NO e ci sono le punizioni tardive. Paradossalmente osserviamo l’adultizzazione del bimbo e l’infantilizzazione dell’adolescente. Il ragazzo vive questi NO solo come un ostacolo e in maniera conflittuale.

Quindi le classiche punizioni non vanno bene?
In realtà no. Bisogna creare un dialogo e più che infliggere punizioni privative sarebbe meglio responsabilizzare i ragazzi. Già nelle scuole non esiste più la sospensione classica, ma quella con obbligo di frequenza. Oppure un esempio può essere quello dei “bulli” che vengono impegnati nel sociale.

Gli adolescenti di oggi sono diversi da quelli di una generazione fa?

Gli adolescenti cercano di trovare e far uscire il proprio io. Sicuramente oggigiorno c’è maggior narcisismo e la ricerca della popolarità dettata dai social. La loro non è trasgressione ma cercare di sentirsi adeguati. Quando un figlio mostra un disagio mai banalizzare i suoi problemi e impegnarsi a dialogare!

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