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Accadde oggi. 6 dicembre 1999: il sequestro lampo del direttore delle poste di Villagrande Angelo Brundu

villagrande strisaili

Villagrande Strisaili

Quattro sono i sequestri lampo avvenuti in Sardegna tra il 1999 e il 2005, uno dei quali perpetrato in Ogliastra nel dicembre del 1999 ai danni del direttore delle poste di Villagrande, Angelo Brundu 60 anni, e di sua figlia, l’allora dodicenne, Agostina Giulia. I sequestri “lampo”, sono così chiamati per il breve lasso di tempo che intercorre dal rapimento della vittima e la sua liberazione dopo il pagamento del riscatto. Una delle particolarità di questa tipologia di sequestro è l’interesse dei malviventi verso la professione del sequestrato piuttosto che della sua disponibilità di denaro personale.

I FATTI. Sono circa le 21 del 6 dicembre 1999, Angelo Brundu e sua figlia Agostina Giulia rincasano a bordo della loro automobile, una lancia delta azzurra. Brundu mette la macchina nel garage di casa ma mentre sta chiudendo la saracinesca due uomini armati di fucile, che lo aspettavano nascosti al buio, gli intimano di salire nei sedili posteriori della sua auto insieme alla figlia.

Alla guida, uno dei banditi segue un’auto condotta da un complice che gli fa strada fuori dal centro abitato in direzione di Arzana, è in questo lasso di tempo, che Brundu capisce l’intento dei banditi: entrare in possesso della somma custodita nella cassaforte dell’ufficio postale paesano. Nel piano dei rapitori, Brundu avrebbe dovuto recarsi alla posta prendere i soldi e consegnarli a malviventi che nel frattempo avrebbero tenuto in ostaggio la piccola Agostina Giulia. Ma qualcosa va storto, la moglie di Angelo Brundu, Maria Giovanna Staffa, non vedendo arrivare i suoi cari, inizia a preoccuparsi, dapprima prova chiamare parenti e amici, in un secondo momento si dirige nel garage con l’intento di prendere l’auto per andare a cercare marito e figlia, ma nel locale la serranda è aperta e a terra trova il cappello di Angelo, cadutogli durante lo scontro.

La donna si dirige in caserma, l’immediata segnalazione, fa si che i carabinieri dispongano tempestivamente diversi posti di blocco per le vie del paese, e che conoscendo la professione dell’uomo, dispieghino parte delle forze di fronte all’ufficio postale. Allertati probabilmente da un altro complice rimasto in paese a fare da basista, i malviventi sentendosi braccati, rilasciano Angelo Brundu e sua figlia Agostina a notte fonda in aperta campagna, prima che le forze dell’ordine possano raggiungerli. I carabinieri ascolteranno Brundu per diverse ore, per interrogarlo sulle vicissitudini della tremenda nottata. Secondo episodio di forte shock per il direttore in pochi anni, infatti nel 1995 era stato minacciato da dei rapinatori armati durante un’irruzione alla posta.

 

 

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