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Inventarsi un mestiere. Giuseppe Mura, il re foghesino del Sardinian Bubble Football

Giuseppe Mura

Giuseppe Mura

525282_10201043059628887_386614506_n (1)Spirito d’avventura, amore per il rischio e voglia di mettersi in discussione. Sono i tratti che caratterizzano il 27enne foghesino Giuseppe Mura che da tre mesi ha aperto una nuova attività: il “Sardinian Bubble Football”, un gioco identico al calcio ma che prevede che la partita tra squadre venga disputata in giganti bolle di gomma colorate. Alle spalle di Giuseppe un gran bagaglio culturale: vita da studente nella capitale, una laurea in giurisprudenza, un master in gestione delle imprese agricole conseguito a Milano, e viaggi in solitaria che gli hanno permesso di conoscere diverse culture. La stagione estiva è appena iniziata, tanti i progetti in mente del giovane imprenditore che ci ha parla della sua nuova avventura.

Quali sono le difficoltà che ha incontrato finora?

Mi sono scontrato con la reticenza della “prima generazione” di addetti al settore turistico, restii alle novità. Quando parlo con i più giovani trovo maggiore disponibilità. Allo stesso tempo, non ho trovato persone della mia età disposte a seguirmi in questo percorso. Mi occupo di tutto io, dal marketing al lavoro manuale, se non fossi stato solo l’attività sarebbe stata diversificata e l’offerta più ampia. Un altro problema sono le tasse, ciò che pesa moltissimo sono i contributi.

Come riesce a gestire la sua attività da solo?

Ho sempre il telefono in mano e navigo moltissimo su internet per cercare eventi ai quali posso partecipare. Faccio inoltre molta vita sociale, è indispensabile per questo lavoro conoscere tante persone. Ci sono giornate molto piene e altre meno, momenti di grande entusiasmo e altri di sconforto, ma tutto mi serve per imparare, l’importante è non commettere lo stesso errore due volte.

Quali le regole fondamentali per mandare avanti l’attività?

Per poter guadagnare bisogna investire. La pubblicità è fondamentale, i social network, ai quali io ero “allergico”, si sono rivelati indispensabili. I miei clienti infatti sono i primi a farmi pubblicità, e condividendo foto e video sui social, mi garantiscono un buon ritorno d’immagine. E’ importante conoscere anche la concorrenza, che non necessariamente è negativa, anzi molto spesso si può collaborare per creare degli eventi in contemporanea fornendo un’offerta più completa. Il mio asso nella manica è l’aver studiato fuori ed aver conosciuto tante realtà.

Cosa consiglieresti a chi volesse aprire un’attività al giorno d’oggi?

Consiglio di studiare molto e di viaggiare e se non lo si può fare utilizzare internet per conoscere il più possibile il mondo. Inseguire il proprio sogno è poi fondamentale, fare quello che ti piace vuol dire essere felice, mentre fare un lavoro che non ami può compromettere il raggiungimento della serenità. Bisogna dunque essere coraggiosi, e se ci si accorge di aver inseguito il sogno sbagliato avere la forza di ricominciare.

Quali sono le sue più grandi soddisfazioni?

Sicuramente sto imparando moltissimo anche dai miei sbagli, ma so che tutto quello che succederà sarà esclusivamente per merito mio. Non ho dovuto affrontare nessuna selezione, nessuno mi deve “correggere il compito”, i miei successi dipenderanno da me. Nel mio lavoro vedere la gente – dai bambini agli adulti, da chi gioca a chi guarda – felice e che si diverte è la soddisfazione più grande.

Ci sarà mai un ritorno alla giurisprudenza?

Amo il diritto, il codice di procedura penale e quello di civile sono tra le mie letture preferite. Ma per ora non c’è spazio per tutti. Se ci fossero delle riforme interessanti mi piacerebbe lavorare in quel campo. Studiavo con piacere, ma ora come ora non lo reputo un ambiente sano. Non si può amare un lavoro che non ti amerà mai. Da grande? Vorrò essere padrone di me stesso.

Dove possiamo trovarvi?

Ci trovate nella pagina facebook “Sardinian Bubble football” e nel sito www.sardinianbubblefootball.org

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