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Maternità in giovane età: cinque storie di donne ogliastrine

Alessandra Usai con il suo bambino

Quello delle giovani ragazze, minorenni o poco più che maggiorenni, che si trovano di fronte a una gravidanza “indesiderata”, è un fenomeno sempre più presente. Uno studio informa infatti che il 2,1% delle gravidanze in Italia è portato a termine da madri di età compresa tra i 14 e i 19 anni, un dato questo destinato a crescere.

Anche in Ogliastra il fenomeno è diventato sempre più comune: non è raro incontrare tra i corridoi dei licei giovani studentesse che, ancora alle prese con versioni e disequazioni, mostrano un dolce pancione che sbuca da sotto la T-shirt. Secondo la psicologa Paola Ferreli, diventare genitori prima dei 18 anni, non possiede molti vantaggi perché “la maturità psicologica di una giovane e un giovane non è sufficientemente formata per affrontare tutti i compiti che una gravidanza, e successivamente il ruolo di genitore, ti impone per natura, per legge, per buon senso, per dovere morale. Chiaro è che – precisa – nel momento in cui ciò dovesse accadere, allora sarebbe buono attivarsi per cercare il positivo in una situazione che diversamente sarebbe conveniente rimandare ad un periodo più consono. I contro sono da una lato, se i ragazzi tengono il bambino, il doversi gestire gli impegni scolastici con il nuovo ruolo di genitore, dall’altro, se i ragazzi decidono di non tenere il bambino, il dover affrontare la penosa decisione di abortire (sempre difficile da prendere, al di là di qualunque credo religioso o filosofico) o di darlo in adozione. In entrambi i casi c’è da affrontare e gestire un’elaborazione della perdita, e per far questo a volte serve molto tempo.”

Generalmente, queste giovani mamme sono ragazze che di rado decidono volontariamente di avere un figlio. Diverse sono però le storie come differenti sono i pareri sulla maternità in età giovane.

 Laura Lai, classe 1978, ha avuto sua figlia a 21 anni. Dopo il diploma decise di trasferirsi a Cagliari. Fu però un anno di delusioni legato ad un forzato cambio di facoltà, che la portò a decidere di tornare in Ogliastra e a cercare lavoro, per stare anche vicina al suo ragazzo che sarebbe poi diventato suo marito. “Ero certa che quella relazione sarebbe stata il mio futuro, speravo fossimo pronti per diventare genitori, ma è iniziato un periodo pieno di dubbi, problemi, insicurezze e ansie durata anni”. Da quasi subito Laura si rende conto di aver agito troppo in fretta, ma tergiversa, e solo a 30 anni trova il coraggio di separarsi. “Mi sono annullata come donna per mia figlia – racconta – tutto era in funzione sua, ogni suo respiro. La maternità per me è stata gioie e dolori. A poco più di 20 anni, quando vedi le tue coetanee uscire, cambiare ragazzo, studiare fuori, ecc, ti senti in colpa anche solo a desiderare di essere libera come loro. Ora che Susi ha 16 anni posso dire che è la mia vita, la mia forza e insieme la mia debolezza. Siamo cresciute insieme.” Un’opinione maturata pian piano e dichiarata con sincerità. “Cosa dire alle giovani donne di oggi, mia figlia compresa? Non fate cazzate! – dichiara in modo schietto – la maternità non è un gioco, non è avventura, fare figli quando ancora si è troppo giovani è pura incoscienza! Bisognerebbe prima imparare a riconoscere l’amore, a riconoscere se stesse, e la coppia all’interno della quale il bambino crescerà.”

Studentessa di 19 anni originaria di Lanusei, Camilla Boi di fatto, ancora mamma non lo è diventata. “Non ero tanto sicura di questo bambino” racconta, quasi al termine del nono mese di gravidanza. Anche per lei, il momento della scoperta non è stato semplice “Ero infuriata con il mondo intero e con la vita che con irruenza cambiava i miei progetti. Ricordo che per un momento mi è mancato il respiro mentre il mio compagno saltava di gioia già dal primo istante. Penso sia grazie a questa sua euforia che decisi di aggrapparmi ai miei valori, e portare a termine la gravidanza.” Camilla promette di cercare di essere la madre migliore per il suo “scricciolino”. “Ho la fortuna di avere al mio fianco un compagno speciale – racconta – sono consapevole di avere un bagaglio di vita misero e insufficiente, ma secondo me non c’è età, non c’è un tempo,una stagione o un motivo per diventare genitori.”

Le paure sono tante, a qualunque età e in qualunque periodo. “Mamme o future mamme giovani, non scoraggiatevi!” spiega invece Alessandra Usai, mamma di 20 anni originaria di Arzana “È normale sentirsi inesperte, ma penso che si può essere delle madri “imbranate” a 20 anni come anche a 40”. E’ diventata mamma quasi due anni fa, quando ancora si trovava fra i banchi di scuola. Nonostante l’ansia della maturità combinata alle naturali preoccupazioni di una giovane neomamma, Alessandra è comunque riuscita a diplomarsi al Liceo Classico ottenendo ottimi risultati. “Vedo un po’ questa mia avventura come se avessi intrapreso quello che dovrebbe essere un naturale percorso di vita, anziché dalla partenza, un po’ più avanti, verso metà – racconta Alessandra – ho iniziato con un bambino, poi cercando lavoro, poi un giorno mi sposerò ecc. Diciamo che io e mio figlio stiamo crescendo insieme”.

Sara Piras ha, 21 anni. Originaria di Lanusei, ha scoperto di essere incinta ad appena 18 anni, anche lei quando ancora si trovava al liceo. “Non sapevo a cosa andavo incontro, come sarebbe stato e se sarei stata all’altezza. La prima persona a cui l’ho detto è stata il mio ragazzo. Stavamo insieme da quattro anni, pensavo la prendesse bene ma non è stato così, non era contento di diventare padre. Ero distrutta. Nessuno nella mia famiglia era d’accordo con la decisione che tenessi il bambino ma hanno rispettato appieno la mia scelta. Sono stata presa in giro a scuola, tutti si erano accorti di tutto. Mi additavano, ridevano, ma non mi importava.” Ma Sara non si arrende, e conclude l’anno scolastico con un dolce pancione, ogni giorno più grande. Dopo un periodo difficile, finalmente buone notizie “Il mio ragazzo si era riavvicinato a me, aveva capito che avevo bisogno di lui. Poi il 29 settembre 2013, è nata la mia splendida bambina. Tenerla in braccio per la prima volta è stato bellissimo. Lei è tutto, e adesso io sono felice”. Nonostante le difficoltà di fatto esistono, e si possono manifestare nel momento più inaspettato, queste sono storie che dimostrano che con tenacia e determinazione, tutto si può superare.

“Sono rimasta incinta quando avevo solo 17 anni, ma mi sentivo serena e pronta a diventare mamma” racconta Catia Loi, classe 1982, residente a Arzana “ la mia prima bambina è però venuta al mondo alla ventisettesima settimana con un peso di circa 900 grammi. Allora sono iniziate le vere preoccupazioni di mamma, durate più di un anno fra il pensiero che potesse morire e le difficoltà successive legate ad una nascita cosi prematura.” Catia oggi ringrazia il fatto che la salute di sua figlia non abbia risentito di tutti questi problemi, e riguardo la decisione di diventare mamma a 17 anni, oggi sostiene che “se da un lato mi ritrovo ad essere una mamma giovane con figlie grandi, dall’altro mi rendo conto che la spensieratezza di una diciassettenne, una volta persa, non torna più. Indubbiamente però rifarei tutto, non rimpiango niente, ma da qui a consigliare a mia figlia di fare lo stesso percorso di vita, no. La vita è una – aggiunge – ed è giusto viverla al meglio, valorizzando i bei momenti che ci sono sempre, anche quando si hanno difficoltà.”

Secondo la psicologa Ferreli, va tenuto in conto nel caso di una gravidanza giovane un aspetto fondamentale: la capacità di coping. “Questa – spiega – è costituita da tutta una serie di modalità cognitive e comportamentali, tendenti all’adattamento, che si possiedono nell’affrontare gli eventi stressanti della vita, mettendo in atto varie strategie. Il coping può essere funzionale (adattamento) o disfunzionale (aumento dello stress). Si tratta di un processo dinamico che porta a una continua rivalutazione dell’equilibrio tra ambiente e individuo. Se si ha già, per indole, attitudine personale, educazione, insegnamenti di vita ecc., una buona capacità di coping qualunque sia la decisione che i ragazzi prenderanno sarà una buona decisione, perchè sarà stata il risultato di riflessione, di ponderazione, di valutazione e quindi la scelta migliore per loro e il bambino in quel momento.”

Alessandra, Camilla, Sara, Catia e Laura sono 5 donne, diverse in tutto tranne per quella decisione, presa durante anni diversi ma in età molto simili, che le ha portate a scegliere di diventare mamme, anche se sembravano troppo piccole per un incarico così grande. C’è chi la chiama incoscienza, chi superficialità, e chi ancora definisce tutto ciò come un “incidente di percorso”.

In una società dove tutto è precario, viene naturale criticare la scelta di una minorenne di portare avanti una gravidanza. Bisognerebbe prima concludere gli studi, poi trovare un lavoro sicuro, una casa e un partner con cui voler trascorrere il resto della propria esistenza. Di fronte a tutti questi stereotipi politicamente corretti però, queste ragazze fanno la differenza. Sono il coraggio e la voglia di mettersi in gioco. Sono la forza in grado di ricomporre i piani dopo averli sconvolti, la scintilla pronta a generare nuova luce.

 

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