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32 anni alla guida della comunità ogliastrina. Mons. Antioco Piseddu si racconta

Mons. Antioco Piseddu

Mons. Antioco Piseddu

 

A sole due settimane dalla nomina di don Antonello Mura a nuovo Vescovo della diocesi di Lanusei, Mons. Antioco Piseddu racconta il suo lungo episcopato.

 

Lei ha guidato la Chiesa ogliastrina per oltre 32 anni. Da attento osservatore, trova cambiata l’Ogliastra? 

 

La trovo cambiata in meglio.  Nella mia ultima Lettera Pastorale ho parlato di tre periodi ogliastrini. Il primo di disagio sociale, negli anni ’80. Dopo il risveglio industriale degli anni ’60 e un relativo benessere, subentrò infatti un periodo buio, in cui iniziarono ad essere frequenti episodi di violenza e la Cartiera cominciò a trovarsi in difficoltà. Il secondo periodo è quello di reazione positiva negli anni’90. Anni in cui l’Ogliastra prese coscienza delle proprie potenzialità e si prefisse mete alte: la nuova provincia, il Parco del Gennargentu, il punto franco, la nuova viabilità per Cagliari e Nuoro, il Porto e l’aeroporto di Tortolì, lo sviluppo dell’industria e del turismo. Si diffuse un grande senso di ottimismo dato anche dal maggiore interesse  per la cultura e il cambiamento. Il terzo periodo lo faccio iniziare dal 2000 e risulta caratterizzato da riflessione e ripensamenti: si sono osservate le conseguenze delle azioni fatte al fine di individuare nuove strade.  Pesa l’interruzione dell’esperienza della provincia. Ora si possono cercare altre strade di sviluppo, per risolvere, camminando  insieme, i problemi.  L’attesa prelude ad altri voli. L’Ogliastra ne è capace.

 

Lei è sempre ottimista. Il  suo  successore  lo sarà ugualmente?

 

Conosco Mons. Mura e sono sicuro che lo sarà. Le esperienze che ha già fatto nella sua vita sacerdotale lo presentano come persona intelligente e di vasta cultura, capace di dialogo con tutti e di iniziative. Potrà contare su validi collaboratori sia nel clero che tra i laici. Saprà essere di certo la guida spirituale che la nostra società desidera, ma anche, ne sono certo, l’animatore sociale che porterà verso un futuro migliore. E poi, è un uomo di fede. Il Signore lo aiuterà.

 

Se Mons. Mura le dovesse chiedere consigli su come comportarsi con gli ogliastrini, cosa gli direbbe?

 

Credo che non abbia bisogno dei miei consigli. La risposta la trova nella sua capacità di ascoltare la gente, nella condivisione dei problemi e dei drammi delle persone, nell’essere guida saggia e prudente e quindi portatore di speranza e pazienza.

 

Cosa in questi anni  le ha dato più soddisfazione?

 

Mi sono trovato circondato da tanti sacerdoti ricchi di fede e pronti al servizio di Dio e della gente. Con il loro aiuto  si è portata avanti un’ intensa azione pastorale. Ho potuto godere anche della vicinanza,  dell’amicizia e collaborazione delle autorità civili e delle forze dell’ordine, dei responsabili della politica, della cultura, dell’economia e della comunicazione sociale, anche attraverso il Giornale diocesano L’Ogliastra e la rivista “Studi Ogliastrini”. Hanno avuto largo eco gli interventi contro la violenza e l’azione in aiuto dei poveri e dei disperati. Le tracce di questi fatti sono rimaste nel giornale “L’Ogliastra”.  Altri  rimarranno segreti, perché li deve sapere solo Il Signore.

 

Quale celebrazione le ha dato più soddisfazione e di quale sentirà nostalgia?

 

Credo che la più solenne sia stata quella del 21 maggio 1989, con l’incoronazione della Madonna d’Ogliastra, fatta dal cardinale Sebastiano Baggio, nella grande piazza del Santuario. Inoltre il Pellegrinaggio diocesano con la presenza di tutte le parrocchie, l’offerta dell’olio della lampada perpetua della Madonna,  il convegno dell’ACR, le Giornate del malato e la festa di San Giorgio Vescovo. Inoltre ricorderò sempre con piacere l’inaugurazione della Piazza della Luce davanti al Santuario e quella delle cinque chiese parrocchiali.

 

Quale messaggio vorrebbe lasciare all’Ogliastra e ai giovani in particolare?

 

Ritengo siano sempre validi i tre messaggi che da anni non mi stanco di ripetere: pensare in grande, superando piccinerie grettezze; Camminare insieme, godendo di collaborare con tutti per la soluzione dei problemi; Prendere il largo, per aprire una strada per il futuro, con progetti realistici e di vasto respiro, per essere protagonisti della propria storia. Questo vuol essere anche l’augurio per l’Ogliastra. Affido al Signore il suo presente e il suo futuro.

 

Articolo di Alessandro Mulas

 

 

 

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