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Nei cieli dell’Ogliastra in compagnia di Claudio Barca.

In volo con Claudio Barca, esperto di parapendio

In volo sopra Santa Maria Navarrese (Claudio Barca).

 

Il parapendio è il mezzo da volo libero più semplice e leggero esistente, derivato dai paracadute da lancio pilotabili. La storia del parapendio comincia nel 1965 con la messa a punto della Sailwing da parte di Dave Barish. Egli chiamò questa nuova disciplina slope soaring (volo di pendio). Parallelamente a questa invenzione, Domina Jalbert creò un paracadute dotato di cassoni da utilizzarsi al posto del paracadute parabolico: il parafoil. Questo sport affascinante ed estremo in Ogliastra è praticato da Claudio Barca, 38 anni, di Baunei.

 

Cosa è il parapendio?

 

Il parapendio è senza alcun dubbio l’apparecchio più leggero che esista: in una sacca dal peso massimo di 8-10 Kg trova posto tutto ciò che serve per osservare il mondo dall’alto: ala, imbrago, strumenti e casco (più l’eventuale paracadute d’emergenza). Curiosamente in Italia non è obbligatorio per legge il paracadute d’emergenza. Nonostante non ve ne sia l’obbligo, questo è comunque adottato dalla quasi totalità dei praticanti ed è normalmente integrato nella selletta.

 

Quando è nata questa sua passione per il volo e per il parapendio?

 

La passione per il volo è nata grazie alle storie raccontate da mio zio. Pilotava un deltaplano ed era davvero splendido vederlo volare. Mi diceva di sentirsi libero. Dopo molti anni il mio amico Valentino mi chiese di fare il corso di parapendio: non me lo feci dire due volte. Nell’ottobre del 2006, io, Valentino e Piero (tutti di Baunei), ci siamo recati in Abruzzo presso l’Aero Club “I Picchi” e abbiamo quindi dove abbiamo quindi conseguito il brevetto di volo per il parapendio monoposto. Al nostro ritorno in Sardegna ci siamo dati subito da fare per tentare di rendere alcuni punti del territorio di Baunei adatti al volo: abbiamo creato due decolli, uno sopra l’abitato (“Su Idile”), l’ altro più a nord nella striscia taglia fuoco in località “Osono”. Più avanti spero di poter volare in tutta l’Ogliastra, che a mio parere è uno splendido anfiteatro naturale.

 

Ci racconti le sensazioni provate in volo.

 

Il mio primo volo l’ho fatto a 31 anni. Ricordo un mix di paura ed eccitazione. Non potevo credere di poter vedere il mondo dal punto di vista degli uccelli. Una quarta dimensione, gli unici rumori a farti compagnia sono il vento e i tuoi pensieri.

 

Hai mai avuto paura?

 

Mi è stato chiesto spesso. Ad ogni volo ho sempre quella paura “positiva” che ti tiene reattivo e pronto a qualsiasi evenienza. Questo è uno sport che richiede testa, conoscenze di volo e meteo, prudenza e tanta pazienza (tantissime volte è capitato di stare per ore ad aspettare il vento giusto e tornare a casa senza neanche aver tolto la vela dalla sacca). L’esperienza insegna che, piuttosto, bisogna temere l’ eccessiva confidenza con il mezzo. Vorrei chiudere esortando nuovamente tutti alla prudenza, con un proverbio che ha raggiunto una certa popolarità per la profonda saggezza che esprime: “Molto meglio essere a casa con il desiderio di volare che trovarsi in volo con il desiderio essere a casa”.

 

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