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Lo Sport ai tempi dell’Ogliastra

Passato il Sole d’Estate l’Ogliastra si prepara alla ripresa delle stagioni sportive d’ogni disciplina.

Il Provetto calciatore è già pronto: un’estate passata tra un torneo di calcetto, una partitella scapoli-ammogliati, qualche calvario per i piedi, la grana grossa delle migliori spiagge della provincia non ha scalfito il suo talento. Le squadre giovanili si affaccendano per completare le rose, ogni casellina dell’organico deve essere riempita, il passaparola si fa intenso. Ogni essere umano di sesso maschile under20 è una possibile preda per le società più affamate di tesserati. “Qui si cercano anche giocatori di tennis” dice qualche allenatore particolarmente disperato. Primi, secondi, terzi portiere, centrali, centrocampisti, centravanti, ali, mezzali, mezzepunte, mezzeseghe e seghe, la squadra ha bisogno di numeri e di numero. Ogni squadra “questo è l’anno che passiamo regionali”, “questo è l’anno che vinciamo il campionato”, consueti preludi ai cuori infranti annuali. E chissà quanti ne vedremo, di giocatori tristi che non hanno vinto mai. Quest’anno come il passato e il seguente. Si parla di tattiche, di scarpette, di vittorie;fantasticano su gol impossibili; non esistono (per ora) sconfitte; impossible is nothing per i “campioni in erba” dei nostri campionati. Parola al campo, chi vivrà vedrà.

Il Nuotatore non è da meno: muscoli lucidi, quest’estate il frutto della sua fatica ha aumentato il livello del nostro mediterraneo, ha partecipato ad ogni gara partecipabile raccogliendo una più o meno lunga serie di insuccessi, quasi sempre soverchiato dal maledetto forestiero, ladro di trofei nelle consuete gare “Capannina-Isolotto e ritorno”. E’, anche per lui, l’anno buono “il vero uomo si vede in piscina” “il mare è strano, con le correnti” “i pesci mi hanno fatto perdere la concentrazione”. Chissà che non sia l’odore del cloro a risvegliare la combattività dei poderosi atleti acquatici che lo scorso inverno si sono allenati al ritmo di massime quali “Il nuoto è …”. Al posto dei puntini v’è, ovviamente, ogni parola che possa significare sforzo fisico e sofferenza. Sofferenza che vale però a qualcosa: il nuotatore ogliastrino, forse aiutato dall’incredibile fisico di uno che i multipli di 25 li conosce tutti, è ugualmente un’incredibile calamita per le turiste, con le quali tenta forse di pareggiare il conto per i trofei sottratti.

Il Pallavolista la stagione calda l’ha vissuta fino in fondo, vitalista per natura. Il suo campo da gioco è stato probabilmente l’Arabax, lo stile il suo marchio di fabbrica. Dopo la dura stagione regolare si è dato ai bagordi della vita notturna, seppure il suo stato di forma non ne abbia affatto risentito. Si riconosce nel suo ruolo anche fuori dal campo: palleggiatore, pianificatore della serata, schiacciatore, che, quando è in pista, deve concludere. Infine in ogni cricca di pallavolisti v’è il libero, in seconda linea con le donne ma efficace puntello della squadra, uno di quelli che “dove lo metti sta”, veterano di ogni tipo di compagnia e divertimento.
D’estate il suo cuore risiedeva in discoteca e, meno spesso, al campo di beach volley, dove dichiarazioni del tipo “ma in palestra la rete la supero” erano all’ordine del giorno. Ora ha smesso le infradito, è triste, ingrigito, memore dei fasti del Sol Leone: aspetta solo il riniziare del campionato per riprende le antiche dispute su chi , in partita, faccia più (fittizi) punti.

Infine parliamo di una disciplina nata lontano. Una di quelle che forgiano la mente e il corpo ma che si è prepotentemente affermata in Ogliastra, il karate. E’ probabilmente l’unico sportivo che questa estate non ha potuto affinare le sue abilità, lontano dalla sua palestra. Tanto meglio: l’aggressività accumulata in questi mese è ciò che l’allenatore-maestro gli chiede di sfogare. L’occhio della tigre è ciò che il karateka si deve portare dietro, non importa se sfogato scagliato contro amici, parenti o semplici passanti. Ogni litigio con gli esperti di arti marziali si può trasformare in un dramma, peggio ancora se donne. Una frase male interpretata, uno sgarbo, una semplice occhiata storta: l’inevitabile è dietro l’angolo. Niente ci fa capire queste tragiche situazioni quanto i sospiri delle madri di questi sportivi, soffertissimi “finalmente”. Si, finalmente, i loro figli (e figlie, sopratutto), hanno di nuovo la loro valvola di sfogo, i loro compagni da prendere a calci, i loro katà su cui scaricare le piccole tensioni della vita quotidiana. In attesa di tornei e trasferte, in cui far assaggiare agli sventurati forestieri la pasta di cui è fatto un karateka ogliastrino. Possibilmente evitando le denunce penali.

E, smesso il cappello da buffone, tanti auguri a tutti per la stagione che inizia.

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