Ore di terrore e violenza pura all’interno della Casa Circondariale di Bancali. Quello che doveva essere un normale turno di servizio si è trasformato nell’ennesimo incubo per la Polizia Penitenziaria, culminato in un’aggressione brutale che riaccende i riflettori sulla polveriera del carcere sassarese.
Erano circa le 13:30 quando un detenuto italiano è riuscito a intrufolarsi senza autorizzazione nelle scale della sezione detentiva. Il poliziotto di servizio, nel tentativo di fermarlo e riportare l’ordine, è stato investito da una violenza cieca: l’uomo lo ha colpito con una violenta testata in pieno volto, causandogli traumi che hanno reso necessario l’immediato trasporto al Pronto Soccorso cittadino.
“Non è più accettabile che il personale sia quotidianamente oggetto di aggressioni,” tuona Antonio Cannas, delegato nazionale SAPPE per la Sardegna. “Nel 90% dei casi, i nostri agenti finiscono in ospedale. Denunceremo nelle sedi opportune chiunque abbia il dovere di preservare l’incolumità dei poliziotti e non lo sta facendo.”
Il sindacato punta il dito contro una gestione dei flussi detentivi che starebbe penalizzando l’istituto sardo. Secondo il SAPPE, il numero di reclusi con gravi disturbi psichici e comportamenti violenti è in crescita esponenziale. “Il carcere di Sassari non può diventare la sede di smistamento per i detenuti ingestibili d’Italia,” prosegue Cannas rivolgendosi al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP). “Servono misure concrete, non solo promesse.”
Sulla vicenda è intervenuto con fermezza anche il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, esprimendo totale solidarietà al collega ferito. “Chi aggredisce un membro delle Forze di Polizia attacca lo Stato; la risposta deve essere ferma per evitare emulazioni,” ha dichiarato Capece. Pur riconoscendo un aumento dell’attenzione da parte dell’attuale Governo, il segretario ribadisce che le “buone intenzioni” non bastano più: servono nuove risorse, organici potenziati e tutele normative per un corpo di polizia che garantisce la legalità a costo della propria incolumità fisica.
La situazione a Bancali sembra ormai giunta a un punto di non ritorno: 90%: la percentuale di aggressioni che termina con cure ospedaliere. Carenza di organico: un vuoto che costringe gli agenti a turni massacranti e a operare in condizioni di costante pericolo. Emergenza psichiatrica: un numero crescente di detenuti non idonei al regime carcerario ordinario che mina la sicurezza del sistema.

