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In crisi con i doni natalizi? Ecco cinque grandi classici della letteratura sarda da mettere sotto l’albero

libri immagine di repertorio envato

Regalare un libro a Natale significa offrire un’esperienza di lettura capace di attraversare il tempo, e i grandi classici della letteratura sarda rappresentano una scelta di alto valore culturale.

“Canne al vento” di Grazia Deledda, premio Nobel per la Letteratura, è uno dei romanzi più celebri del Novecento italiano: ambientato in una Sardegna rurale e arcaica, racconta la decadenza di una famiglia nobile e affronta temi universali come il destino, la colpa e la speranza di riscatto.

“Paese d’ombre” di Giuseppe Dessì, vincitore del Premio Strega nel 1972, è un ampio romanzo storico che segue per oltre un secolo le vicende di un paese immaginario della Sardegna, offrendo un ritratto profondo dei cambiamenti sociali, politici e culturali dell’isola.

“Il giorno del giudizio” di Salvatore Satta è un’opera intensa e meditativa, costruita come una galleria di ritratti umani ambientati nella Nuoro di fine Ottocento: un libro che riflette sul senso dell’esistenza, della memoria e del giudizio, considerato uno dei capolavori assoluti della narrativa italiana.

“Disamistade” di Sebastiano Satta rappresenta un classico della poesia sarda e racconta, con toni epici e drammatici, il mondo della Barbagia, le faide, l’onore e il destino collettivo, attraverso versi di grande forza espressiva.

“Memorie di un servitore” di Giulio Angioni, infine, è un romanzo che unisce racconto autobiografico e sguardo antropologico, attraversando decenni di storia sarda e italiana con uno stile sobrio e ironico.

Cinque opere fondamentali che, sotto l’albero di Natale, diventano un dono di cultura, identità e consapevolezza.

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