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Sardegna, terra stabile ma non “asismica”: ecco perché i terremoti qui sono rari e poco intensi

sismi in sardegna

La Sardegna è spesso considerata un’isola “asismica”. In realtà, pur essendo una delle regioni più stabili d’Italia, non è completamente immune dai terremoti. La sua bassa sismicità è un dato scientifico assodato, ma ha radici geologiche ben precise.

Come spiega il geologo Luigi Sanciu, la differenza della penisola italiana, situata nel punto di collisione tra la placca eurasiatica e quella africana, la Sardegna si trova al centro della placca eurasiatica, lontana dalle grandi linee di compressione che generano i terremoti più devastanti. Questo la rende un blocco continentale stabile, poco soggetto a scosse significative.

Ciò non significa però che l’isola sia “immune”. Secondo i dati messi a disposizione dall’ISPRA, la zona più attiva è la costa nord-orientale, dove si sono registrati i principali sismi dal 2000 a oggi. Si tratta in gran parte di eventi di magnitudo intorno a 3, prodotti da piccole faglie, ossia fratture della crosta terrestre con lievi movimenti delle rocce.

Sono terremoti che spesso non vengono percepiti dalla popolazione e che restano rilevabili solo dagli strumenti, incapaci di provocare danni e soprattutto impossibilitati a generare onde di tsunami, data la loro modestissima energia.

La Sardegna, dunque, resta una terra fortunata: un’isola geologicamente stabile, ma non del tutto “asismica”. Un dettaglio che ricorda come la natura, anche quando sembra silenziosa, continui a vivere e muoversi sotto i nostri piedi.

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