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Meraviglie di Sardegna: i Giganti di Mont’e Prama, le statue a tutto tondo più antiche del Mediterraneo Occidentale

I Giganti di Mont'e Prama a Cabras

I Giganti di Mont'e Prama a Cabras

Meraviglie di Sardegna: i Giganti di Mont’e Prama, le statue a tutto tondo più antiche del Mediterraneo Occidentale.

Culla di mistero e grandiosità, Mont’e Prama sorge come un tempio scolpito nella pietra dell’anima sarda. In questa collina affacciata sul mare del Sinis, nel cuore della Sardegna centro-occidentale, la leggenda si è fatta pietra, e la pietra si è fatta Gigante. Qui, tremila anni fa, mani esperte e visioni antiche hanno dato forma a qualcosa di straordinario: i Giganti di Mont’e Prama, le statue scolpite a tutto tondo più antiche del Mediterraneo Occidentale, emblema indiscusso di un’epoca remota e fiera.

Questi colossi di pietra — alti, possenti, solenni — furono posti un tempo lungo la strada che costeggiava la necropoli, come se vegliassero in eterno sulle anime dei defunti sepolti alle pendici del colle. Accanto a loro, pietre sacre, riproduzioni in pietra di nuraghi — quelle torri inconfondibili che simboleggiano l’intera civiltà nuragica. Poi, improvvisamente, il silenzio: la fine di un’era, uno sconvolgimento storico e sociale alla fine dell’Età del Bronzo, l’inizio incerto dell’Età del Ferro. Per ragioni ancora misteriose, le statue furono distrutte, sepolte, dimenticate. Ma proprio questo oblio le ha preservate, sigillandole nella terra fino al giorno in cui, nel 1974, riaffiorarono per caso durante l’aratura di un campo.

I Giganti di Mont’e Prama

Da quel momento, Mont’e Prama ha cambiato la storia dell’archeologia del Mediterraneo. Tra il 1975 e il 1979, vennero alla luce 5178 frammenti, disseminati nella necropoli: teste, busti, braccia, gambe, scudi. Un gigantesco puzzle millenario che, ricomposto con dedizione e pazienza certosina presso il Centro di restauro di Li Punti a Sassari, ha dato nuova vita a ventisei statue, alte circa due metri. Nel 2014, una nuova campagna di scavo ha riportato alla luce altri frammenti e due statue inedite, ancora più imponenti, con caratteristiche iconografiche diverse. Una di esse è unica: ha conservato intatta la testa, ancora saldamente unita al collo, come a voler resistere al tempo e alla distruzione.

Oggi, i 28 Giganti di Mont’e Prama rappresentano non solo un tesoro archeologico di valore inestimabile, ma anche le uniche statue di pietra ereditate dalla civiltà nuragica, testimoni silenziosi di un popolo capace di imprimere la propria identità nella roccia. Con fierezza e precisione, i Giganti raffigurano giovani uomini in tenuta da combattimento o da cerimonia: pugilatori a torso nudo, con gonnellino appuntito, armati di guanto e scudo sollevato sopra la testa; arcieri con tunica corta, elmo cornuto, arco nel braccio sinistro protetto da guaina; guerrieri con elmo e scudo circolare. Le loro fattezze evocano un’umanità idealizzata, eroica, forse sovrumana. Gli occhi, scolpiti con due cerchi concentrici, sembrano scrutare l’invisibile, esprimere una forza arcana, quasi magica.

Museo Archeologico Nazionale Cagliari – I Giganti di Mont’e Prama

Le statue si ispirano ai bronzetti votivi ritrovati nei santuari nuragici, trasfigurandone lo stile e l’iconografia in scala monumentale. Sono simboli di un’epoca in cui il valore militare e il prestigio spirituale si fondevano in una sola immagine, eternizzata nella pietra. Mont’e Prama, dunque, non è solo un sito archeologico, ma un sepolcro di eroi: la necropoli, costituita da tombe a pozzetto coperte da grandi lastre, ha restituito resti di corpi sepolti seduti o inginocchiati, insieme a materiali scultorei calcarei e modellini di nuraghi. Alcuni frammenti combacianti erano sparsi anche a grande distanza: forse testimoni di una distruzione intenzionale, forse indizio di un rito dimenticato.

Gli archeologi ritengono che questa necropoli fosse riservata a un’élite dominante, un’aristocrazia guerriera del Sinis, che volle tramandare nella pietra il proprio potere e la propria gloria. Un’eredità destinata a superare i millenni, fino a riemergere, intatta nel suo mistero, come se il passato volesse tornare a parlare.

Pugilatore- Giganti di Mont’e Prama

Il lungo e meticoloso lavoro di ricostruzione ha permesso di identificare 16 statue di pugilatori, sei di arcieri e sei di guerrieri, accompagnati da 16 modellini di nuraghe, otto monotorre e otto polilobati, con terrazzo originario. Oggi, tutto questo patrimonio straordinario si può ammirare in due musei: il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, all’interno della Cittadella dei Musei, e il Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras, che conserva, oltre ai Giganti, testimonianze della storia prenuragica e nuragica del territorio: reperti dal sito di Cuccuru ‘e is Arrius, bronzi dalla collezione Pulix, materiali provenienti dal nuraghe Sa Osa, oggetti della città punico-fenicia di Tharros, fino ai lingotti del relitto romano di Mal di Ventre.

Mont’e Prama è un luogo che affascina, incuriosisce, rapisce. È il cuore pulsante di una civiltà che, scolpendo la pietra, ha scolpito anche la memoria. Un sito che continua a svelare i suoi segreti e a porre domande: chi erano davvero questi Giganti? Quale visione del mondo li ha generati? Quale messaggio ci hanno lasciato? Una cosa è certa: non siamo noi ad aver trovato loro, ma loro ad aver ritrovato noi.

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