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Meraviglie di Sardegna, il nuraghe Losa, uno dei più belli dell’Isola

Il nuraghe Losa

Il nuraghe Losa

Meraviglie di Sardegna, il nuraghe Losa, uno dei più belli dell’Isola.

Immaginate di immergervi in un mondo antico, di camminare tra le pietre che raccontano storie di civiltà scomparse, di sentire il richiamo di un passato remoto che si svela davanti ai vostri occhi. Questo è ciò che offre il Nuraghe Losa, una delle meraviglie più affascinanti e conservate della Sardegna, un simbolo potente della civiltà nuragica e un vero e proprio patrimonio mondiale di inestimabile valore.

Il nuraghe Losa

Situato nell’incantevole scenario dell’altopiano basaltico di Abbasanta, a soli cinque chilometri dal piccolo centro dell’Oristanese, il Nuraghe Losa si erge maestoso nel verde della macchia mediterranea, come una sentinella silenziosa che custodisce i segreti di un’epoca millenaria. Il suo nome originario, nurache ‘e losas, significa ‘nuraghe delle tombe’, un richiamo alle urne cinerarie romane scavate nella roccia affiorante ai margini dell’area, testimonianza della lunga vita di questo sito che ha attraversato epoche diverse, dalla civiltà nuragica all’epoca romana, fino all’alto Medioevo, quando fu utilizzato per scopi funerari. La sagoma inconfondibile di questo nuraghe si distingue per la sua forma unica, ricca di suggestioni e di un fascino senza tempo: una pianta a triangolo equilatero che ricorda l’alta prua di una nave, come se fosse pronta a salpare verso i misteri dell’antichità.

Il nuraghe Losa

La struttura, interamente costruita con grossi blocchi di basalto, è un capolavoro di ingegneria e di tecnica muraria raffinata, un esempio di architettura organica e compatta che ha resistito al passare dei secoli, mantenendo intatte le sue caratteristiche originali. Camminando attorno a questa possente costruzione, si possono scorgere scorci prospettici che richiamano le linee di una nave in navigazione, un’immagine potente che sottolinea l’abilità degli antichi costruttori nel creare opere di straordinaria bellezza e funzionalità. Il complesso archeologico si sviluppa su un’area di circa tre ettari e mezzo, e comprende non solo il nuraghe trilobato, risalente al Bronzo medio (XV-XIV secolo a.C.), ma anche un antemurale, resti di un villaggio di capanne circolari, e altri edifici risalenti tra il Bronzo recente e l’età del Ferro (XIII-IX secolo a.C.). All’interno dello straordinario complesso, si scoprono vani spaziosi nascosti tra la massa compatta di pietre, un segreto che contribuisce all’eccezionale stato di conservazione del sito. Non si tratta di un semplice cortile scoperto come in molti nuraghi, ma di ambienti che forse avevano funzioni diverse, forse più riservate o legate a particolari usi rituali o abitativi. L’ingresso principale, sopraelevato rispetto alla campagna circostante, si apre in un corridoio rettilineo che conduce all’imponente torre centrale troncoconica, il mastio, che oggi si erge alto 13 metri, ma che in origine doveva essere ancora più imponente. La struttura, di forma classica, presenta un’ampia camera di base con tre nicchie disposte a croce, e una rampa a spirale che sale in senso orario verso la piccola camera superiore, che un tempo raggiungeva anche la sommità della torre.

Il nuraghe Losa

Attorno, si disegnano tre torri minori, alte e strette, collegate tra loro da murature che avvolgono l’intera struttura, creando un sistema difensivo e di controllo del territorio. All’interno di queste torri si trovano anche pozzetti utilizzati come magazzini per riserve alimentari o altri materiali, testimonianze di un modo di vivere organizzato e funzionale. La cinta muraria, lunga e poderosa, circonda il complesso con una forma ovale, dotata di porte e due torrette sporgenti con pareti traforate da feritoie, elementi di difesa e di comunicazione. Sul lato nord e ovest si estende l’antemurale, che racchiude uno stretto cortile, e alla base della torretta occidentale si trova una cisterna, un elemento indispensabile per la sopravvivenza dell’insediamento. Davanti all’ingresso principale, si erge un edificio rotondo di grande imponenza, probabilmente destinato a funzioni di importante rilievo, come una capanna delle riunioni, con due ingressi contrapposti, ampie nicchie, stipetti e feritoie, segni di un utilizzo rituale o comunitario. Il vasto insediamento si estende per circa tre ettari e mezzo, e i reperti archeologici rinvenuti testimoniano un’occupazione che parte dalla fine del Bronzo medio e prosegue fino all’età del Ferro, con abbandoni e rioccupazioni nel corso dei secoli. Le testimonianze di abitazioni nuragiche, case di epoca tardo-punica, romana repubblicana e imperiale, tardo-romana e bizantina si alternano lungo il sito, creando un mosaico di civiltà che si sono succedute nel tempo.

 

A pochi metri dal complesso, si trovano i monumenti funerari e di culto: una tomba di Giganti, costruita con blocchi perfettamente lavorati, che si trova a circa 120 metri a sud-ovest della muraglia, e una fonte sacra, scoperta a 400 metri a nord-est, realizzata con blocchi squadrati, anche se ormai non più visibile. Questi resti, testimoni di un passato ricco di mistero e di spiritualità, rendono il Nuraghe Losa un luogo di emozione e di scoperta, un ponte tra passato e presente, un simbolo della resilienza di una civiltà che ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore della Sardegna e nel patrimonio archeologico mondiale.

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