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Screening oncologici gratuiti, in Sardegna pochi ne approfittano

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Screening oncologici gratuiti, in Sardegna pochi ne approfittano.

C’è un diritto prezioso, una possibilità concreta di salvare vite, eppure in Sardegna pochi sembrano accorgersene. Gli screening oncologici gratuiti – strumenti fondamentali per la prevenzione dei tumori – restano largamente inutilizzati sull’Isola.

A dirlo è il report della Fondazione Gimbe sui dati 2023 dell’Osservatorio Nazionale Screening, che mette nero su bianco una realtà scomoda: la Sardegna è il fanalino di coda d’Italia per adesione agli screening organizzati. Nella graduatoria nazionale lo screening mammografico colloca la regione addirittura al ventesimo posto, mentre per cervice uterina e colon-retto non va molto meglio, con una timida 17esima posizione che riflette l’inefficienza della macchina organizzativa e, ancor di più, l’apatia informativa e partecipativa della popolazione. Se è vero che molte regioni devono ancora perfezionare i propri sistemi di invito, il vero nodo resta la partecipazione: c’è bisogno urgente di campagne mirate, di comunicazione chiara, incisiva, capace di coinvolgere i cittadini e far comprendere che sottoporsi a uno screening non è solo un atto di cura personale, ma una scelta di consapevolezza, una possibilità reale di evitare malattie gravi, di intercettare lesioni prima che si trasformino in tumori, di guarire senza dolore, di risparmiare anche in termini economici e sociali. I numeri parlano da soli: nel solo 2023 si stima siano sfuggite ben 50mila diagnosi, tra tumori già presenti e lesioni pre-cancerose potenzialmente bloccabili. La situazione è allarmante: una donna su due non effettua i controlli per mammella e cervice, due persone su tre evitano lo screening del colon-retto. Eppure, i test sono gratuiti, rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), e sono garantiti a tutta la popolazione target: mammografia per le donne tra i 50 e i 69 anni – estesa in alcune regioni dai 45 ai 74 – Pap test o HPV test per le donne tra i 25 e i 64 anni, ricerca del sangue occulto nelle feci per uomini e donne tra i 50 e i 69 anni, con possibilità di estensione fino ai 74. A livello nazionale, quasi 16 milioni di persone hanno ricevuto l’invito a eseguire un test, ma solo 6,9 milioni hanno aderito. Un’occasione mancata, ancora una volta, che in Sardegna pesa più che altrove.

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