La separazione politica tra la Sardegna e la Corona Spagnola è avvenuta nel 1720, quando l’isola passò ufficialmente sotto il controllo della dinastia sabauda. Da allora, le strade si sono divise sotto il profilo istituzionale, ma non del tutto sotto quello culturale, simbolico e perfino araldico.
Restano infatti molte tracce di un legame antico e profondo tra la Sardegna e il mondo iberico. La più visibile? La bandiera dei Quattro Mori. Scelta nel Settecento dai Borboni come simbolo dell’isola, è oggi il vessillo ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna. Non solo: la croce rossa di San Giorgio che la attraversa è tuttora parte integrante della bandiera dell’Aragona, memoria araldica di un dominio che ha segnato secoli di storia sarda.
Ma c’è un altro legame, meno noto eppure ancora formalmente esistente, che unisce la Sardegna alla monarchia spagnola. Re Filippo VI di Borbone, attuale sovrano di Spagna, conserva nella sua lista ufficiale di titoli onorifici ben tre riferimenti alla Sardegna: Re di Sardegna, Marchese di Oristano e Conte del Goceano.
Si tratta di titoli puramente simbolici, senza alcun valore giuridico o amministrativo sui territori menzionati. Tuttavia, sul piano araldico restano validi e inseriti nel cerimoniale della Casa Reale. Un’eredità storica che, seppur priva di potere effettivo, mantiene viva la memoria di un capitolo condiviso tra l’isola e la Spagna.
Così, anche a oltre tre secoli dalla fine del dominio spagnolo, certi legami non si sono mai del tutto sciolti.