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Sardi nel mondo: la storia di Paolo Zanda, che dalla Sardegna, giovanissimo, si è trasferito in Olanda

paolo zanda

C’era una volta un ragazzo nato in un quartiere popolare di Cagliari, l’Ausonia, il 15 maggio del 1960. Si chiamava Paolo Zanda, ed era uno dei tanti figli di una famiglia numerosa, cresciuto tra le vie polverose della città e le voci dei fratelli e sorelle che riempivano la casa. La sua infanzia è passata tra i banchi degli Evaristiani a Serramanna e le giornate di Putzu Idu, con il cuore già grande abbastanza da sognare oltre l’orizzonte.

A 18 anni, come tanti giovani del suo tempo, partì per il servizio militare. Destinazione: Cesano, vicino Roma. Al termine della leva, decise di restare nel continente, ospite del fratello a Ostia Lido. Ma prima di tutto questo, Paolo aveva già un sogno tra le mani: un diploma della scuola alberghiera ENALC di Alghero, con la qualifica di Commis de débarrasseur – i primi passi nel mondo della ristorazione.

Tornato per un breve periodo nella sua Sardegna, si guadagnava da vivere come venditore ambulante in via San Michele, in una bancarella di scarpe. Guadagnava 40 mila lire a settimana, e accanto a lui lavorava un signore che, un giorno, gli cambiò la vita con una semplice frase: “Mio cognato ha una pizzeria in Olanda, e sta cercando personale. Se ti può interessare…”

La curiosità di Paolo si accese. Dopo pochi giorni conobbe Rolando Carta, proprietario della pizzeria Is Morus ad Alphen aan den Rijn, nel sud dell’Olanda. Il 14 settembre 1982, Paolo salì su un aereo e lasciò l’isola. Non lo sapeva ancora, ma stava per iniziare un nuovo capitolo della sua vita.

1982, Paolo vendeva gelati per conto della pizzeria Is Morus

Appena arrivato, si trovò catapultato in un mondo nuovo, fatto di lingue incomprensibili, abitudini diverse e inverni rigidi. Cominciò dal basso, come lavapiatti. Poi aiuto cuoco, cuoco, e infine – su richiesta dei clienti affezionati – cameriere. Il lavoro in pizzeria era solo una parte della sua vita: faceva anche il gelataio, l’assistente ufficiale giudiziario, il magazziniere in una fabbrica di noce moscata. Qualunque opportunità fosse disponibile, Paolo ci si buttava con entusiasmo e determinazione.

Alla Avery Dennison dove Paolo lavorava come machine operator senior

Dopo undici anni decise che era il momento di vivere davvero tra gli olandesi. Lasciò il mondo della ristorazione e trovò impiego in una grande azienda americana, la Avery Dennison. Lì lavorò per diciassette anni a turni, e fu in quel periodo che riuscì a realizzare un altro sogno: comprare casa. Oggi, Paolo lavora alla Globebenelux, dove si occupa della costruzione di pompe industriali. È un mestiere che spera lo accompagni fino al traguardo della pensione, fissato per il 15 maggio 2027.

Due anni fa durante il kerstlunch dove lavora adesso, Globebenelux

Vive ancora ad Alphen aan den Rijn, una tranquilla cittadina olandese con meno di 80.000 abitanti. Della sua vita privata racconta con sincerità: tante relazioni, ma nessuna davvero fortunata. “Partner che chiedevano tanto e davano poco,” dice con un sorriso velato di malinconia. Alla fine ha scelto la libertà e la serenità di una vita da single.

Paolo, oggi

Ogni tanto si chiede come sarebbe andata se non fosse partito. Avrebbe avuto un’attività tutta sua? Una famiglia? Una cosa è certa: senza un lavoro stabile in Sardegna, quella partenza era l’unica via per costruirsi qualcosa. A causa di problemi di salute, ha scelto di restare in Olanda, dove il sistema sanitario è, a suo dire, più rassicurante rispetto a quello italiano. Tuttavia, non ha mai tagliato il legame con la sua terra. “Quando sarò in pensione, tornerò più spesso,” promette.

E lascia anche un messaggio a chi, come lui, sogna di partire: “Ricordate sempre chi siete e da dove venite. Fatevi valere per ciò che siamo. Non fatevi sopraffare dalla nostalgia. I frutti arriveranno.” E dall’Olanda, Paolo manda un grande abbraccio a tutti i sardi, in patria e nel mondo!

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