Curiosa nel nome e nelle abitudini, la Volpoca è una delle specie più affascinanti del panorama ornitologico europeo. Un tempo molto diffusa in Sardegna, dove veniva spesso avvistata durante la stagione riproduttiva, oggi è diventata una presenza rara e discreta, che nidifica solo sporadicamente e in coppie isolate.
Ma è proprio il suo nome singolare, Volpoca, a raccontare una storia curiosa. Il termine nasce dall’antica convinzione che si trattasse di una sorta di oca che nidificava nelle tane delle volpi. In effetti, qualcosa di vero c’è: la Volpoca, a dispetto dell’aspetto da anatra, è l’unica specie del suo genere che sceglie cunicoli sotterranei per deporre le uova. Non è raro trovarla utilizzare tane abbandonate di conigli o volpi, oppure anfratti negli argini e nei manufatti dismessi. Un comportamento insolito che la distingue nettamente dalle altre anatre.
Con le sue dimensioni generose e la caratteristica protuberanza sul becco del maschio, la Volpoca è anche facilmente riconoscibile. Ama vivere in gruppi, frequentando ambienti costieri con acque basse e salmastre come paludi, lagune e saline, ma può spingersi anche nell’entroterra. La sua dieta si basa principalmente su molluschi, artropodi acquatici, ma non disdegna semi e piante.
Il periodo riproduttivo va da maggio a luglio, con la femmina che depone solitamente tra 8 e 10 uova, protette nel buio sicuro del sottosuolo. Le zone più adatte per la nidificazione sono quelle umide e costiere, sempre più frammentate e minacciate, il che spiega anche il suo progressivo declino in Sardegna.
Un tempo descritta come comune nell’isola, oggi la Volpoca è diventata una presenza rara e affascinante, simbolo di un equilibrio fragile tra natura e territorio. Ma dietro al suo nome curioso, si nasconde un piccolo universo di adattamenti unici e comportamenti sorprendenti: un’anatra che vive come una volpe, e che racconta una Sardegna dove il selvatico è ancora capace di stupire.