Nel cuore della regione storica del Goceano, a circa 7 chilometri dal comune di Illorai, si trova un luogo di grande valore archeologico e culturale: la Fonte Sacra Santa Maria. Questa antica fonte nuragica, recentemente scoperta, rappresenta una testimonianza significativa della civiltà nuragica, ma oggi versa in uno stato di abbandono che ne compromette la conservazione e la fruibilità.
Situata nella località Santa Maria, non lontano dal villaggio di Iscretti, la fonte sacra è un importante esempio di come i nuragici utilizzassero fonti naturali per scopi rituali e religiosi. Sebbene il sito abbia un forte valore storico e spirituale, la sua attuale condizione è fonte di preoccupazione. Il monumento è stato gravemente trascurato, con l’architrave che è caduto, ostruendo l’ingresso e impedendo un accesso sicuro al sito. Inoltre, rovi e piante infestanti stanno invadendo progressivamente la zona, nascondendo la bellezza e la storia di questo luogo sacro.
La Fonte Santa Maria è una delle molte testimonianze della civiltà nuragica che, purtroppo, non riceve la cura e l’attenzione necessarie per preservarla per le generazioni future. La sua attuale condizione di degrado è un chiaro segnale della necessità di interventi di manutenzione urgenti. Il sito, che rappresenta una parte fondamentale della storia di Illorai e del Goceano, meriterebbe una valorizzazione che ne permetta la conservazione e l’accesso, affinché possa essere fruibile non solo dagli abitanti della zona, ma anche dai turisti e studiosi interessati alla storia nuragica.
Oggi, la Fonte Santa Maria di Illorai è una fonte sacra dimenticata, ma potrebbe diventare un punto di riferimento per la comunità locale e per tutti coloro che vogliono conoscere la ricchezza storica e culturale della Sardegna. È fondamentale che venga intrapreso un intervento di recupero e restauro, per restituire al territorio questo importante patrimonio archeologico. La conservazione di luoghi come la Fonte Santa Maria è un dovere collettivo, affinché la memoria storica della Sardegna non vada perduta e i suoi tesori possano essere apprezzati e studiati dalle future generazioni.
.