Un destino incredibile e crudele ha accomunato Renato Porcu, 88 anni, e suo figlio Francesco, 61 anni, nella morte, avvenuta lo stesso giorno. Renato, consumato da una lunga malattia, si è spento venerdì, mentre Francesco è stato trovato privo di vita nel letto di casa sua, probabilmente stroncato da un arresto cardiaco improvviso durante il sonno. Si ipotizza che Francesco fosse già morto dalla notte tra martedì e mercoledì, dato che da allora non aveva più risposto al telefono né ai messaggi ricevuti.
“Purtroppo sono morti mio fratello Francesco e anche mio padre nello stesso giorno. Strano caso della vita. Ciao Franco, ciao papà Renato,” ha scritto su FB Enrico Porcu, l’altro figlio di Renato e fratello di Francesco.
Renato Porcu era originario della Sardegna, ma aveva trovato la sua seconda casa in Lombardia agli inizi degli anni Sessanta. Prima a Milano, poi a Lecco, Renato aveva lavorato come operaio alla Leuci, la storica fabbrica di lampadine della città, ormai chiusa da tempo. Era un uomo appassionato fisarmonicista, una passione che aveva trasmesso anche a Francesco. Quest’ultimo, dopo una carriera come dipendente di banca, si era ritirato in pensione, ma aveva mantenuto viva la sua anima artistica come batterista in diverse band.
La notizia della scomparsa di Francesco ha colpito profondamente la comunità musicale locale, in particolare gli Axton, una band dell’underground hard and heavy metal in cui aveva suonato negli anni 1986-1987. “È un momento triste per la Axton-family,” hanno scritto i membri del gruppo in un messaggio di cordoglio. “Purtroppo ci ha prematuramente lasciato Francesco, già batterista della band. Era una fase in cui stavamo crescendo rapidamente, dopo gli inizi amatoriali ma sempre pieni di passione. Franci registrò con noi il demo tape Time To Kill e suonò live nella mitica Quinta Heavy Metal Night di Sorisole, nella Bergamasca. La sua cantina in centro a Lecco fu per un paio d’anni il nostro quartier generale e sala prove. Tempi gloriosi e indimenticabili. Ciao Francesco, comincia ad accordare i tamburi nella sala prove dell’altra dimensione, che prima o poi rifacciamo un po’ di casino insieme!”.