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Graziano Mesina in sedia a rotelle: chiesta la sospensione della pena per motivi di salute

Graziano Mesina, l’ex “primula rossa” del banditismo sardo, oggi ottantaduenne, è ricoverato nel Centro clinico del carcere di Opera a Milano. I suoi avvocati, Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi, hanno presentato una nuova istanza al Tribunale di Sorveglianza di Milano per ottenere un differimento della pena, sottolineando la gravità delle sue condizioni di salute e la necessità di un’assistenza medica continua, incompatibile con la detenzione.

Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme ODV, sostiene che Graziano Mesina dovrebbe essere trasferito in Sardegna per trascorrere gli ultimi anni di vita vicino alla sua famiglia, in linea con il principio della territorialità della pena e per ragioni umanitarie. Caligaris ritiene che il trasferimento a Milano Opera sia stato inspiegabile, considerando che in Sardegna, presso la struttura di Cagliari-Uta, esiste un centro clinico adeguato. Questo spostamento ha interrotto i contatti regolari con i familiari, in particolare con i nipoti, a causa delle difficoltà economiche e logistiche legate alla distanza.

La situazione di Mesina appare aggravata dalla mancanza di un percorso educativo e relazionale adeguato. La lontananza dai familiari e l’impossibilità di partecipare a un’attività trattamentale strutturata hanno contribuito al deterioramento delle sue condizioni psicologiche e sociali. L’età avanzata, ormai superiore agli ottant’anni, rende inoltre particolarmente delicata la sua situazione, ponendo interrogativi sull’umanità della detenzione in tali condizioni.

La richiesta di sospensione della pena, motivata dal peggioramento della salute e dalla necessità di garantirgli una dignità negli ultimi anni di vita, rappresenta un appello alla magistratura di sorveglianza per un intervento che concili giustizia e rispetto dei diritti umani.