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Un salto nella vita dell’organettista Fabiana Contini, innamorata della musica e della Sardegna: «Suono da quando avevo 7 anni»

Fabiana Contini, organettista

Fabiana Contini, organettista

«Mio padre, appassionato di musica, cultura e tradizioni sarde, da sempre mi ha inculcato l’importanza delle nostre radici e usanze, lingua inclusa.»

27 anni, una carriera come ingegnera biomedica e un lungo percorso, che dura da quando di anni ne aveva solo sette, come organettista: Fabiana Contini, di Bosa, porta avanti la tradizione sarda con orgoglio e attaccamento, mantenendo sempre forte il legame – quello che unisce tutti i sardi, quelli che questo lembo di paradiso lo abitano tutto l’anno e quelli lontani – per la sua terra e le sue perle.

Fabiana Contini, organettista

E non solo il padre fa il suo in quello che diventerà un viaggio di vita, ma anche la mamma è complice: facendo parte di un’associazione culturale, non manca ai corsi di ballo sardo e porta Fabiana con sé. Et voilà, gli ingredienti per un amore forte – quello per la musica e per la Sardegna – ci sono tutti.

«La musica per me è tutto, è parte di me. Non potrei immaginare di vivere senza. Non parlo solo della necessità di “fare” musica, ma del bisogno fisiologico di ascoltarla almeno per qualche ora al giorno.»

Ed è proprio a uno di questi corsi che la ventisettenne si affascina a questo strumento musicale così particolare: «Alle lezioni di ballo ovviamente non poteva sempre essere presente un suonatore. Quindi, solitamente veniva utilizzato uno stereo col quale venivano riprodotti i balli del suonatore dell’Associazione: Guido Vercellino di Bono. Un giorno però ricordo che riuscì ad essere presente lui con il suo organetto e rimasi affascinata da quello strumento così particolare. Qualche tempo dopo, quando avevo 7 anni, a Bosa aprirono la prima scuola civica di musica. Ricordo che rientrai da scuola e mio padre mi porse il volantino della scuola, sul quale era presente la lista degli strumenti che sarebbe stato possibile imparare a suonare. Non mi obbligò, ma mi disse: “Visto che ti piace la musica, perché non impari uno strumento? Ce ne sono vari e c’è anche il corso di organetto diatonico con Guido Vercellino.”»

Fabiana Contini, organettista

Dopo un primo sguardo al pianoforte – per il quale non prende mai lezioni –, la Contini prova l’organetto ed è subito love at first sight: ecco, dopo quell’inizio, non smette più. Anche quando la scuola civica chiude, alla bambina viene data la possibilità di coltivare il suo talento con Lorenzo Chessa di Irgoli, che insegna a Macomer. Quasi dieci anni: questo il tempo che la ragazzina trascorre prendendo sempre lezioni da Chessa, da ottobre a maggio senza saltare nemmeno un giro di sole.

«Mi dividevo fra la scuola (elementari, medie e poi liceo scientifico) e le lezioni di organetto, fra lo studio “scolastico” e le prove con l’organetto (era necessario provare almeno 1 ora al giorno, tutti i giorni), ritagliando comunque del tempo anche per la vita sociale e lo sport.»

Ingegnera biomedica, abbiamo detto, sì, perché Fabiana non mette la scuola davanti allo strumento musicale… né avviene il contrario. Le due facce della medaglia sono presenti allo stesso modo e con lo stesso impegno nella sua vita. «La musica mi permetteva di “staccare” la mente quando stavo troppo sui libri. Dopo le scuole medie, i miei genitori mi diedero l’opportunità di iscrivermi al conservatorio. Ma, seppur piccola, avevo la convinzione che avrei dovuto pensare anche al mio futuro lavorativo ed ero consapevole del fatto che, purtroppo, la musica raramente rappresenta una certezza economica. Oltre alla musica, ho sempre avuto la passione per la matematica e in generale per tutte le materie tecnico-scientifiche. Decisi di iscrivermi quindi al liceo scientifico e, successivamente, al corso di laurea in ingegneria biomedica, laureandomi nel 2019.»

Ricorda con tenerezza la prima volta che si esibisce, a soli 9 anni, in occasione della rappresentazione di una Commedia Teatrale dell’Associazione “Sas Comares” di Bosa. Da quel momento in poi, moltissime le esibizioni ma non solo nell’Isola: «Nel 2009 ho rappresentato la Sardegna alla BIT (Borsa Internazionale del Turismo) a Roma, insieme ad alcuni gruppi folk di Planargia e Montiferru, e nel 2011 a Berlino. Nel 2010, quando avevo soli 13 anni, la cantante Carla Denule mi ha fortemente voluta fra i suoi musicisti per il suo tour estivo (circa 30 date in tutta la Sardegna).»

E dal 2018 Contini fa parte di un gruppo tutto al femminile, unico in Sardegna, “Su Conzertu Antigu”: «Il gruppo è nato nel 2014 da un’idea delle musiciste Federica Lecca di Cagliari (launeddista) e Myriam Costeri di Gavoi (organettista) che avevano pensato di formare un ensemble tutto al femminile insieme ad altre loro amiche, allora studentesse, unendo vari strumenti della tradizione sarda: organetto, launeddas, triangolo di Gavoi (triangulu) e tamburo di Gavoi (tumbarinu).»

L’organettista di Bosa le conosce a Cagliari, proprio grazie all’Università, e la prima esperienza – sempre quell’anno – avviene a Prato presso il Circolo di Sardi.

«Da quel momento, abbiamo suonato insieme tantissime altre volte, sia in Sardegna che in Italia che all’estero. Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo fatto oltre 50 date in Sardegna, oltre a varie esibizioni oltremare: Amsterdam (novembre 2023), Milano (gennaio 2024), Sètè (marzo 2024), Arhnem (settembre 2024). Fra qualche settimana partirò alla volta del Belgio insieme ad altre due artiste sarde (Federica Olla e Ornella Puggioni).»

Adesso vive a Bosa. «Nel mio futuro non riesco a vedermi lontana da qui» racconta, accorata. «Ho la fortuna di lavorare a Oristano e questo mi consente di rientrare ogni sera nella città che amo. Credo non ci sia nulla di più rilassante di rientrare a casa dopo una lunga giornata di lavoro e fare una passeggiata sul lungo Temo al tramonto.»

Il legame con l’Isola? Fortissimo, come chiarisce.

«Sono profondamente innamorata della Sardegna. Credo che abbiamo la fortuna di vivere nel posto più bello del mondo, ricco di paesaggi mozzafiato, ma anche cultura e tradizioni. Ogni viaggio, ogni esperienza fuori dalla Sardegna mi ha dato la convinzione che la Sardegna è una Terra speciale e che noi sardi siamo un popolo unico.»

E sull’esibizione che le è rimasta più impressa nell’anima, nessun dubbio.

«L’esperienza in Occitania del marzo di quest’anno ha un posto speciale nel mio cuore. Col gruppo Su Cunzertu Antigu abbiamo partecipato a Le Escale a Setè, “Festival delle tradizioni marittime” patrimonio dell’UNESCO e manifestazione marittima più importante del Mediterraneo (mezzo milione di visitatori a ogni edizione). Abbiamo trascorso 10 giorni all’insegna della musica folkloristica, insieme a numerosi gruppi sia italiani che internazionali. I nostri palchi sono stati velieri d’epoca – come il Don Du Vent e il Pandora di Venezia –, o ancora velieri-crociera come il famoso Santa Maria Manuela di Maeira, su cui facevamo 2 o 3 concerti al giorno, facendo conoscere a un vastissimo pubblico la nostra musica, i nostri abiti e le nostre tradizioni. Tra le parti più emozionanti di questa esperienza ricordo quando il pubblico internazionale al termine di una delle nostre esibizioni continuava a intonare “Trallallera”, o ancora quando il gruppo “Eppò” ci ha invitato a salire sul palco per un gemellaggio Sardegna-Corsica come “Isole Sorelle”.»

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