All’inizio del lungo viale che porta alla spiaggia di Calamosca, la piazza omonima sembra proprio essere un ottimo biglietto da visita per il rione. San Bartolomeo è un quartiere sviluppato tra parte antica e parte moderna, ma per chi ci abita o ci lavora è sempre un piccolo angolo di tranquillità.
Il borgo e la piazza, con la sua chiesa seicentesca e la piazza con la sua storica fontana, sono il cuore del quartiere. Un bar, una pizzeria, una bottega da calzolaio, insieme ad altre attività sorgono insieme alle case di origine militare, vista anche la locale caserma dei Carabinieri. Anticamente era zona di ricovero per i pellegrini che dalla città giungevano nel tempio dedicato al santo. E sembra che questa distanza dalla città resista ancora e questo forse è il segreto della pace del borgo. “Un rione tranquillo, quasi non sembra di essere a Cagliari”, il commento di Ilenia del Bar Tolomeo, attività di lunga data che con un giocando col nome rende omaggio a tutto il rione. Tra i suoi clienti, militari e carabinieri della locale stazione, “ma anche persone che vanno a Calamosca e persone che vengono di proposito per un aperitivo”.
Considerazioni simili quelle di Giorgio Marras di “Gio’ Pizza”, fiero abitante del quartiere. “Io e la mia famiglia abitiamo qui dagli anni ’50 e facciamo parte di questa parrocchia. Siamo contenti di stare qua, perché il posto è bello e merita. Quando siamo arrivati, nel 2003, abbiamo rianimato la piazza, prima spenta”. Molti abitano il rione da sempre o ci ritorna dopo anni, affezionato. “C’è un senso di appartenenza al quartiere”, spiega Marras, “soprattutto per gli storici della zona, che danno una mano alle attività parrocchiali e alla festa, ad esempio”. Clienti? Certo, gli abitanti della zona, ma anche tanta gente che viene appositamente, magari per un’escursione sulla Sella del Diavolo o Calamosca.
Tra le attività, anche il Bar Tolomeo, già citato prima. Dall’ottobre 2016 contribuisce a ravvivare il rione, offrendo un utile servizio, laddove in passato sorgeva, come ricordano gli abitanti, un piccolo locale con un biliardino e gestito da una signora anziana. “Questo era uno scorcio di Cagliari che non conoscevamo”, racconta il gestore Marco Garrucciu, “un borgo che spesse volte non ci veniva nemmeno di passaggio. Poi, quando abbiamo preso l’attività, siamo rimasti colpiti dalla tranquillità. Abbiamo deciso di investire perché ci crediamo”. Tra i clienti, anche in questo caso, militari e abitanti della zona. Ma anche persone che vengono di proposito, riscoprendo il fascino della tranquillità della piazza, o chi organizza escursioni nella zona di Calamosca. Compresi tanti turisti.
Oltre a una parte coincidente col Quartiere del Sole, altra anima del rione, la parte moderna, è quella che riguarda la zona dello stadio, nato negli anni ’90 da diverse cooperative. Tra le vie Alziator, Loddo Canepa, Prunas e Delogu sono diverse le attività, come il mercato, un panificio e alcuni uffici. Abitata in minor percentuale da persone del rione e forse un po’ più slegata dalle attività di una parrocchia, San Bartolomeo, che cerca di fare da collante.
C’è chi, dopo anni, ritorna ad abitare nel rione, sempre affezionato. Tra questi, Alessandro Faedda, nato nel vecchio borgo da papà militare, poi trasferito altrove e ora residente nella parte moderna del rione. “Un quartiere molto tranquillo”, il commento unanime a quello dei “vicini” del borgo vecchio, “ci abitano tante persone anziane e ci lavorano parecchie persone”. Non manca qualche appunto, “Da quando c’è lo stadio (Domus, ndr), è sorto un problema. In occasione delle partite, capita che via Raspi venga bloccata per ordine pubblico. Quindi ci ritroviamo chiusi in entrata e in uscita. Siamo da un anno che solleviamo la questione all’amministrazione comunale”. E ancora, qualche problema legato ai parcheggi in zona stadio e ai cestini dei rifiuti. Faedda, insieme ad altri residenti della zona, auspica così la creazione di un comitato di quartiere a rappresentare le istanze dei cittadini.