Lo sapevate? In Sardegna vive un piccolo serpente con le zampe.
Non tutti sanno che sull’Isola vive un piccolo sauro provvisto di zampe. Si tratta di un rettile sprovvisto di veleno (come tutte le bisce e i serpenti che si trovano in Sardegna) che, nonostante una terribile leggenda, è del tutto innocuo.
Il Gongilo sardo, conosciuto con il nome scientifico di Chalcides ocellatus tiligugu, è una delle creature più affascinanti che abitano la Sardegna, un rettile che incarna la straordinaria biodiversità dell’isola e che racconta, con la sua sola presenza, una storia millenaria di adattamento e resistenza. Questo piccolo sauro dalla forma allungata e dalle movenze sinuose, appartiene a una sottospecie di lucertola particolarmente diffusa nel bacino del Mediterraneo, e proprio questa sua ampia distribuzione testimonia la sua straordinaria capacità di vivere in habitat diversi e di colonizzare territori anche molto distanti tra loro. Non lo si incontra soltanto nelle campagne assolate e nei macchietti della Sardegna, ma anche tra i paesaggi aspri e soleggiati della Sicilia, nei terreni rocciosi di Pantelleria, tra le meraviglie naturali di Malta e persino lungo le coste battute dai venti di paesi nordafricani come il Marocco, l’Algeria e la Tunisia. Ogni volta che si avvista questo rettile, ci si trova di fronte a un autentico testimone del clima caldo e secco di queste terre, perfettamente integrato nei suoi ambienti, capace di muoversi agilmente tra sassi, sterpaglie e cespugli bassi, sempre in cerca di calore e riparo. La sua presenza, così diffusa eppure così discreta, arricchisce di fascino il patrimonio naturale del Mediterraneo, rendendolo una specie simbolica di questi ecosistemi in equilibrio tra terra e mare.
Il Gongilo si distingue per la sua adattabilità agli ambienti mediterranei, caratterizzati da estati calde e secche e inverni miti, dove riesce a trovare rifugio e cibo a sufficienza per prosperare. La sottospecie è facilmente riconoscibile per il suo corpo allungato, le zampe relativamente corte e le piccole macchie o “ocelli” lungo il dorso, che gli conferiscono un aspetto mimetico e unico. Questo tratto distintivo lo rende un elemento affascinante della fauna mediterranea, in grado di suscitare l’interesse sia di appassionati di natura che di esperti in erpetologia.
La presenza del Gongilo sardo in una varietà di habitat, che vanno dalle zone costiere alle aree più interne, testimonia la sua capacità di adattamento a diversi contesti ambientali. Si tratta di una specie non particolarmente elusiva, ma comunque discreta, che può essere avvistata soprattutto nelle ore più calde della giornata, quando si riscalda al sole per regolare la propria temperatura corporea, essendo un animale a sangue freddo.
Conservare questa sottospecie e il suo habitat naturale è fondamentale non solo per mantenere la biodiversità locale, ma anche per continuare a studiare le sue caratteristiche e il ruolo che svolge negli ecosistemi mediterranei. L’interazione tra il Gongilo sardo e il suo ambiente rappresenta un esempio della ricchezza biologica del Mediterraneo, un’area che merita protezione e attenzione.
Qui da noi è diffuso su tutto il territorio, meno presente invece alle quote più alte.
Si tratta di un piccolo sauro può raggiungere i 30 cm di lunghezza ma difficilmente. in Sardegna raggiunge queste dimensioni.
Ha la palle color azzurro argentato, il colore varia dal rossastro al marrone chiaro o grigio-verde e presenta il disegno ad occhielli sul dorso e sui fianchi. Le parti inferiori sono bianco giallastre.
La testa è piccola, corpo cilindrico, e particolare curioso presenta cinque dita su ciascuna delle zampe, che in realtà poco usate perché si muove serpeggiando.
Si nutre di vermi, insetti e piccoli artropodi mentre a sua volta è preda di uccelli rapaci, volpi e dal biacco, un altro serpente. I forestali di Sardegna Foreste raccomandano di non toccarlo e manipolarlo, non perché sia pericoloso, ma perché si tratta di un animale delicato, che soffre se spostato dal proprio habitat.
Una curiosità che è necessario conoscere: una leggenda metropolitana che è diffusa soprattutto in Sicilia ha portato alla credenza popolare che questo rettile sia attirato dall’odore del latte, entri nelle bocche dei lattanti, soffocandoli, o “rubi il latte” dalle mammelle di ovini e bovini. Solo una leggenda, appunto, perché questo piccolo sauro, come detto, è del tutto innocuo.
Perché questa diceria? Il gongilo in Sicilia è conosciuto anche con la denominazione “tirasciatu” (succhiarespiro) tipica della Sicilia, dovuta a questa inquietante leggenda, tramandata da secoli. Un’idea assurda. Il gongilo, come detto, si nutre d’insetti, e i rettili, non possedendo gli enzimi necessari a digerire il galattosio, non mangiano quindi latte e latticini (nonostante le credenze nessun serpente si nutre di latte).
La coda rappresenta quasi la metà della lunghezza totale, la testa è corta e poco appuntita. La coda è più fine rispetto al resto del corpo e le zampe, non sono adatte alla deambulazione ma servono solo per sorreggere il corpo.
Habitat:
Vive nei luoghi soleggiati e aridi, in prossimità delle spiagge, nelle vigne e nei campi, ma si può trovare anche nei giardini. Spesso si nasconde nelle fessure delle rocce o nei buchi sul terreno, ma può agevolmente scavare nella sabbia soffice o tra la vegetazione. Trascorre l’inverno, da novembre a marzo, nel sottosuolo o sotto grandi massi.
Si tratta di una specie ovovivipara, un tipo di riproduzione in cui le uova sono incubate e si schiudono nell’organismo materno. La femmina “partorisce” da 3 a 10 piccoli per volta, lunghi 4 cm e indipendenti.