Dopo il successo del tour nei teatri, con oltre 40 date esaurite, è andato in scena a Cagliari e poi ad Alghero lo spettacolo di Elio e le Storie Tese, “Mi resta un solo dente e cerco di riavvitarlo”. Al Teatro Massimo di Cagliari, Elio e le Storie Tese hanno cantato insieme al celebre coro di Neoneli di Oristano, fondato nel 1976 da Tonino Cau e di cui fanno parte Ivo Marras, Peppeloisu e Angelo Piras, Roberto Dessì, con cui mantengono intatto un sodalizio trentennale.
Accompagnati dal coro, il gruppo ha reso omaggio alla Sardegna attraverso una performance che ha celebrato le radici culturali dell’Isola. Durante lo spettacolo, il coro di Neoneli si è esibito in canti tradizionali che hanno evocato l’antica tradizione della Sartiglia di Oristano. In segno di riconoscimento e rispetto per l’importanza di questa tradizione, il coro ha donato a Elio una maschera bianca tipica de su sonadori.
Uno show quelli di Elio e le Storie Tese, tra il sacro e il profano, che si apre come una messa laica, in cui vari personaggi di attualità vengono invitati a pregare per i fan, e che si chiude con la certificazione che tutto è stato suonato in diretta «Senza basi, senza campionamenti, senza autotune, insomma senza un cazzo, tutto fatto in casa».
Elio e le Storie Tese, vestiti di bianco, su una scenografia studiata nel dettaglio, con la preziosa regia di Giorgio Gallione, sanno raccontare il nostro tempo in modo ironico e affascinante. Da “La terra dei cachi” a “Supergiovane”, da “Servi della gleba” a “Valzer transgenico” il repertorio del complessino è sempre attuale, perché in fondo la mentalità italiana non cambia mai, c’è sempre un buon motivo per scandalizzarsi.