Dall’autopsia effettuata dal medico legale Roberto Demontis sono emerse informazioni cruciali: Francesca è stata uccisa con un colpo violento alla testa, colpo che ha causato una grave frattura cranica. L’arma del delitto è descritta come un corpo contundente pesante con un diametro massimo di 10 centimetri. A riportarlo è L’Unione Sarda.
La scoperta dei resti della donna, avvenuta dopo più di due mesi dalla sua scomparsa, ha avuto luogo all’interno di un borsone lungo la vecchia Orientale sarda, vicino al ponte romano nel territorio di San Vito. I cani molecolari, durante le ricerche, avevano individuato la sacca sportiva contenente il corpo. Una TAC effettuata con il borsone ancora chiuso per preservare il più possibile la scena del crimine, aveva già suggerito una possibile deformazione delle ossa frontali, ipotesi poi confermata dall’autopsia.
Un punto cruciale che rimane da chiarire è il momento esatto dell’omicidio. Gli inquirenti ritengono che la morte sia avvenuta il 10 maggio, giorno della scomparsa di Francesca, ma questa ipotesi dovrà essere confermata dai risultati delle analisi condotte dall’antropologo forense e dall’entomologo incaricati dal pubblico ministero Marco Cocco, responsabile delle indagini.
Le condizioni dei resti di Francesca suggeriscono che la sua morte potrebbe essere avvenuta nelle ore immediatamente successive alla sua scomparsa, coincidenti con l’arrivo di una comunicazione di dimissioni al call center dove lavorava. Le indagini continuano per stabilire con precisione il contesto e le circostanze della sua morte, nella speranza di fare giustizia per Francesca Deidda e portare alla luce la verità.