Nel quartiere Marina risuonano le melodie della tradizione del capoluogo sardo. Nella parrocchia di Sant’Eulalia infatti trova casa il Coro di Cagliari, il primo che dal 2022 valorizza, mettendoli in musica, versi di poeti e poetesse della città e del suo hinterland. L’obiettivo è così quello di preservare la memoria e farli conoscere alle persone.
Un gruppo di circa venti persone, di età e provenienza sarda eterogenea, unite dalla passione per la tradizione e anche da un bello spirito di convivialità. “Noi facciamo musica sacra e pagana sarda in lingua sarda, campidanese o nuorese. – spiega il 48enne Fabrizio Gungui, di famiglia mamoiadina e tra gli ideatori del Coro di Cagliari – Sin dal 2022 l’obiettivo del progetto è stato quello di portare nel capoluogo un coro che si lanciasse nei versi e nelle melodie di poeti e poetesse locali. E questo è stato qualcosa di nuovo. Se ad esempio il coro di Nuoro esiste da 70 anni, qui non c’è mai stato un simile esempio, seppur ci siano comunque tanti gruppi meravigliosi”.
Un repertorio musicale sacro e pagano in continuo arricchimento, visto il costante lavoro di ricerca e cernita dei diversi poeti cagliaritani e di quelle melodie magari note, ma di cui nulla si sa sugli autori e la storia. “Nell’ultimo periodo stiamo lavorando sulla poesia ‘Sa cassola de pisci’ di Maria Teresa Mundula Crespellani e noi abbiamo deciso di metterla in musica”, spiega Fabrizio che prima della nascita del progetto Coro di Cagliari ha maturato un’esperienza trentennale, iniziando da giovanissimo e formandosi alla scuola civica e attualmente al Conservatorio nel corso di Etnomusicologia. “L’obiettivo è valorizzare la poesia e i poeti, così come le melodie della tradizione cagliaritana, che spesso vanno perse e sono dimenticate dai più. Vogliamo allora dare l’opportunità di scoprirle”.
In questi due anni il Coro di Cagliari, presieduto da Giannetto Zori e sempre alla ricerca di nuove voci, ha riscosso un discreto successo, grazie alle sue partecipazioni a vari riti sacri o eventi culturali. Ma non solo. Perché tra gli obiettivi del gruppo c’è anche la valorizzazione della memoria dei valori della Resistenza. Dello scorso 25 aprile infatti il primo coro “Ite remiras o partigianu”, progetto di Gianni Loy e della Fondazione Sardegna che ha visto i canti partigiani riadattati in sardo, insieme a un reading di racconti in limba dei protagonisti della lotta al nazifascismo. “Credo che questo appuntamento possa essere rinnovato ogni anno e portato nelle scuole”.
Nel rione Marina le voci del Coro di Cagliari risuonano costanti, con la testa rivolta anche agli obiettivi futuri. “In fase di preparazione c’è il nostro primo cd – spiega Fabrizio – che ci auguriamo possa uscire il prossimo 2025. E poi, altro progetto è registrare i canti Ite remiras, insieme ad altri che andranno ad aggiungersi per poter così preservare la memoria”.