La Corte d’assise d’appello di Cagliari ha ridotto la pena di Giorgio Meneghel, l’agricoltore di 54 anni che il 5 febbraio 2022 uccise a martellate la moglie Daniela Cadeddu, 51 anni, nella loro abitazione di via Roma a Zeddiani, in provincia di Oristano.
La condanna, inizialmente fissata a 21 anni, è stata abbassata a 19 anni.
I giudici hanno letto l’accordo raggiunto tra la Procura generale e l’avvocata difensore dell’imputato, Francesca Accardi, che ha riconosciuto la prevalenza delle attenuanti generiche rispetto alle aggravanti, permettendo così la riduzione della pena di 2 anni.
Meneghel, che ha confessato il delitto e attualmente è detenuto nel carcere di Bancali a Sassari, era presente in aula. L’appello ha confermato anche una provvisionale a favore dei familiari della vittima: 20mila euro ciascuno alla sorella e al fratello, e 40mila euro alla madre, rappresentati dall’avvocato Vito Zotti.
Il femminicidio è avvenuto all’alba mentre la donna dormiva: almeno due i colpi letali inferti. Poco dopo, Meneghel chiamò i carabinieri e confessò dicendo: “Ho ucciso mia moglie, venite subito”. Una perizia psichiatrica condotta a novembre ha stabilito che l’imputato era capace di intendere e di volere al momento del delitto. Durante i vari interrogatori, Meneghel non ha mai cercato giustificazioni, consapevole dell’atrocità del suo gesto, che ha definito “l’unica via d’uscita”.