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Alla scoperta di Nora, una delle più antiche città della Sardegna e dei suoi meravigliosi mosaici

Pula, sito archeologico di Nora, mosaici

Era il mese di marzo del 1889 quando in seguito alle forti mareggiate invernali abbattutesi sulle dune della spiaggia a monte della chiesa di Sant’Efisio furono riportate in luce un consistente gruppo di stele lapidee e di urne in terracotta: si trattava del Tophet di Nora. Questo luogo, che trae il proprio nome dalla tradizione biblica, era un’area sacra di particolare importanza della città punica.

La frequentazione fenicio-punica del promontorio del Capo di Pula ha inizio nell’VIII secolo a.C., epoca a cui risale anche la nota stele di Nora, recante un’iscrizione in caratteri fenici in cui appare per la prima volta il nome della Sardegna. Dal 238 a.C., e dal 227 a.C., con l’istituzione ufficiale della provincia, la Sardegna passa sotto il controllo dei Romani mantenendo evidenti fenomeni di continuità culturale.

Dell’antico insediamento oggi rimangono affascinanti rovine prevalentemente di epoca romana pervenuteci in eccezionale stato di conservazione nonostante i millenni e per questo motivo l’area archeologica è ritenuta uno dei siti più suggestivi di tutta l’isola, grazie anche alla sua scenografica posizione sul mare.

Di particolare valore e interesse sono i mosaici pavimentali geometrici policromi della città, databili tra il II e il IV sec. d.C. i quali mostrano una caratteristica insolita, tra questi infatti si trova l’unico esempio di mosaico figurato attestato a Nora, rappresentato da un emblema collocato al centro di uno dei vani della Casa dell’Atrio Tetrastilo in cui si conserva parte di una Nereide.

Nelle foto, alcuni esempi di mosaici pavimentali geometrici policromi della città di Nora in provincia di Cagliari, databili tra il II e il IV sec. d.C.

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