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La Sardegna insieme alle donne polacche per i loro diritti: in tanti nell’Isola aderiscono simbolicamente alla protesta

Banari, Sassari, Thiesi, Santa Teresa, Osilo, Olmedo e ancora, Nuoro, Olbia, Assemini, Cagliari, Alghero, Castiadas Sono solo alcuni dei centri dell’isola dai quali i sardi hanno deciso di dimostrare il proprio sostegno alle donne e, chi si è fatto fotografare con l’immagine del logo della protesta e chi ha voluto portare il messaggio fino al consolato, nel capoluogo sardo grazie all’impegno del gruppo Strajk Kobiet Sardynia.

In Polonia il governo negli anni scorsi ha progressivamente ridotto la possibilità di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza a pochissimi casi. Sei mesi fa, alle elezioni politiche, quel governo è stato sconfitto dagli attuali partiti di maggioranza che in campagna elettorale avevano promesso un immediato intervento per eliminare le restrizioni alla legge sull’aborto.

Questa promessa ha influito in maniera importante sull’esito delle elezioni, Il sostegno alla legalizzazione dell’aborto tra gli elettori del nuovo governo polacco è del 92%.  E in generale più del 70% della popolazione è favorevole a eliminare le restrizioni alla legge. L’11 aprile è prevista la prima lettura delle proposte di legge in parlamento ma un’alleanza costituitasi nelle ultime settimane tra la minoranza fondamentalista cristiana nel nuovo governo Terza Via con PiS, il partito che ha governato il paese fino a sei mesi fa e l’estrema destra Konfederacja, mira a bocciare la proposta in prima lettura impedendole così di arrivare alle Commissioni parlamentari.

Per questo Strajk Kobiet, lo Sciopero delle Donne, il movimento nato nel 2016 proprio per tutelare il diritto all’aborto, ha  lanciato un appello internazionale di solidarietà con l’hashtag  #AlertForPoland con la richiesta di condividere i post dell’organizzazione e i materiali, firmare un appello, scattare e pubblicare una foto con l’immagine fornita scaricabile, compiere azioni  davanti alle ambasciate e ai consolati polacchi.

«Sono state le donne polacche ad aver portato alla vittoria il nuovo governo. Ed è stata loro rubata. Noi, le donne che hanno protestato – afferma Marta Lempart, leader del movimento- che hanno sperimentato la violenza della polizia e l’oppressione dello Stato,  abbiamo un nuovo presidente del Parlamento e il suo partito, che ci sputa in faccia e unisce le forze con i nostri oppressori. Come possiamo vedere, l’odio contro le donne trascende tutti i confini politici. Naturalmente combatteremo contro questo, e chiediamo solidarietà internazionale. Ancora una volta, mentre pensavamo che non sarebbe mai più stato necessario».

«Da alcuni anni abbiamo deciso di sostenere e far conoscere la condizione dei diritti violati delle donne polacche – aggiunge Carla Porcheddu, fondatrice di Strajk Kobiet Sardynia – e anche in questa occasione lo abbiamo fatto. Per solidarietà con le sorelle del centro Europa, certo, ma più in generale per tutte le donne, anche quelle sarde. Il caso della Polonia ci dimostra che anche quelli che possono sembrare diritti ormai acquisiti, non lo sono e non bisogna mai abbassare la guardia».

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