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San Sperate, “Cuncambias nel 2024 non ci sarà”: la dolorosa lettera degli organizzatori

Cuncambias - Foto di Dietrich Steinmetz

Cuncambias - Foto di Dietrich Steinmetz

“Care amiche, cari amici, dopo aver a lungo riflettuto, soppesato con molta attenzione i pro e i contro, discusso tra noi per ore, aver valutato per settimane tutte le possibilità a nostra disposizione, siamo arrivati a questa conclusione: Cuncambias, quest’anno, non si farà”.

Questo il doloroso annuncio degli organizzatori del festival culturale che si tiene ogni anno a San Sperate da 20 anni, l’associazione Antas Teatro.

“Le ragioni, come sempre in questi casi, sono molteplici – spiegano gli organizzatori -. La maniera più diplomatica per comunicarvi il perché, sarebbe quella di dire che, dopo vent’anni di Festival, dopo aver messo a disposizione di tutti e tutte il nostro entusiasmo, le nostre capacità, il nostro lavoro, il nostro essere partecipi della comunità, il nostro senso di responsabilità rispetto a ciò che per tanti e tante Cuncambias significa e ha sempre significato, sentiamo l’esigenza di fermarci un po’, di riflettere su ciò che è stato e su ciò che sarà. Ma questo è vero solo in parte. Perché la questione di fondo, il convitato di pietra della nostra scelta, è il rapporto che Cuncambias ha, praticamente dalla sua nascita (certo, con distinguo), con le istituzioni che sono deputate a interagire, sostenere e finanziare progetti come il nostro. Regioni, Province (quando avevano un ruolo) e, soprattutto, Comune. Il nostro Comune, quello di San Sperate”.

“Un Comune che, a nostro avviso, non ha mai sostenuto a dovere Cuncambias – sostengono i fondatori di Cuncambias -, non ha mai davvero creduto in un progetto aperto, inclusivo e ricchissimo di proposte come il nostro: da Vinicio Capossela a Stefano Benni, ricordiamo, passando per l’amica Michela Murgia, tante volte con noi, sino ad artisti come Teresa De Sio, Gianmaria Testa, Paolo Nani o Marco Baliani, per un totale di centinaia di appuntamenti in vent’anni; in pratica, lo stato dell’arte dell’attuale produzione culturale isolana. Ancora di più, un progetto di Festival attentissimo alle esigenze del paese, in tanti di quei modi che non avrebbe senso stare a elencarli”.

“Tirando le somme, pensiamo che il sostegno e l’intervento economico del nostro Comune sia stato, anche quest’ultimo anno, per l’ennesima volta, irrisorio e quasi offensivo, a fronte di ciò che Cuncambias rappresenta e offre – si legge ancora nella lettera -. Così ci piacerebbe dire che Cuncambias è cresciuto con il paese, ma sentiamo che, se così è stato in passato, per certi versi, oggi non è più. Ci sarebbe piaciuto dire (e sentirci dire, anche dai nostri rappresentanti pubblici) che Cuncambias incarna alla perfezione lo spirito comunitario che caratterizza da tanto tempo San Sperate, il Paese Museo degli anni Settanta, San Sperate che ora – ci sembra – rischia di diventare solo Museo, non più Paese. Ci piacerebbe dire, infine, che Cuncambias rappresenta come poco altro la vocazione culturale del paese, di cui da molti anni si fa racconto, ma ci sembra che a quel racconto non corrisponda un appropriato investimento da parte di chi è chiamato a fare delle scelte (e, per una volta, lasciamo stare la metafora della coperta che è sempre troppo corta: un’amministrazione ha il compito di fare delle scelte, punto). Tant’è che ci domandiamo, e vi domandiamo: ora che finisce l’esperienza di Cuncambias, dopo che altre importanti esperienze culturali del paese hanno già sospeso o spostato le proprie attività, cosa rimane della vocazione culturale, popolare e comunitaria di San Sperate? Con questa domanda, vi salutiamo per un po’. Un grande abbraccio a tutti e tutte”.

IL FESTIVAL

Il Festival di Cuncambias, nacque nell’estate del 2004 per ricordare la persona di Alfonso “Anselmo” Spiga, drammaturgo, uomo di cultura e amico come pochi altri. La parola Cuncambias, nella variante campidanese della lingua sarda significa “baratto, scambio”, e la manifestazione ha fatto del suo significato letterale la sua filosofia.

Cuncambias è stato per 20 anni un un progetto/Festival laboratoriale e gioioso, capace di affrontare il presente con le armi della cultura e della socialità, fatto di elementi di teatro, musica, letteratura, incontri, mostre, cultura del cibo e buone pratiche messi insieme a produrre qualcosa in più della somma degli ingredienti, ovvero una pietanza capace di stimolare gli appetiti intellettuali più esigenti e allo stesso tempo di “sfamare” in modo diretto e popolare i palati dei tanti che, da un prodotto culturale, pretendono soprattutto immediatezza e spunti collettivi.

Il Festival si è svolto a San Sperate, in Sardegna, nell’ultima settimana del mese di luglio e, proprio in virtù della sua anima popolare, ha sempre coinvolto l’intero rione storico di San Giovanni che si trasforma in spazio scenico allestito e abbellito con installazioni scenografiche permanenti che arricchiscono il suo tessuto urbano.

La suggestione dei vicoli, delle piazze e delle lollas del rione del resto, garantiscono quella atmosfera e quella convivialità tra artisti e spettatori che è una delle caratteristiche di Cuncambias: inutile dire come questo sia potuto accadere solo grazie alla disponibilità e al senso civico degli abitanti, oltre che alla capacità degli organizzatori di renderli partecipi attori degli avvenimenti.

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