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Speciale Elezioni Regionali Sardegna. Le interviste ai candidati presidenti: Alessandra Todde

Abbiamo intervistato i quattro candidati alla presidenza della Regione Sardegna in vista delle elezioni del 25 novembre 2024. A tutti abbiamo fatto le stesse sette domande per farci raccontare la loro idea di Sardegna per i prossimi cinque anni. Ecco l’intervista al candidato della Coalizione di Centrosinistra Alessandra Todde.

1) Si presenti e ci dica in breve perché ha scelto di candidarsi alla guida della Regione Sardegna

Sono nata a Nuoro e cresciuta professionalmente in Italia e all’estero e ho sentito la necessità di tornare in Sardegna e candidarmi alla presidenza della Regione per contraccambiare ciò che la mia terra mi ha dato, portando avanti un progetto condiviso con la coalizione che rappresento. È un progetto di rinnovamento e crescita per la nostra terra, con azioni previste nell’immediato, a medio e a lungo termine. Credo fermamente nelle potenzialità della Sardegna e dei sardi e voglio lavorare per valorizzarle al meglio.

2) Il tema forse più sentito da parte delle sarde e dei sardi è quello della sanità, sia per le vicende degli ultimi anni, sia per le tante falle che il sistema sanitario regionale continua a mostrare. Quali sono le azioni che intende mettere in campo?

Il mio impegno sarà rivolto al potenziamento dei servizi sanitari locali, riducendo le disparità territoriali e garantendo l’accesso alle cure in tempi adeguati. Servono più medici a tutti i livelli, serve più personale sanitario e per attrarre le professionalità e fare in modo che quelle che già ci sono non siano tentate dall’andarsene dove le prospettive di vita per loro sarebbero migliori, serve riconoscere ai professionisti un compenso equo e turni compatibili con la vita extralavorativa. Intendo poi lavorare sull’organizzazione, promuovendo l’innovazione tecnologica nel sistema sanitario per migliorare l’efficienza dei servizi, e la telemedicina per avvicinare la sanità ai cittadini, soprattutto nelle aree interne e meno servite anche con un interessamento delle farmacie più integrato, consapevole ed efficace. La sanità privata deve essere complementare a quella pubblica, non sostitutiva a danno di chi non può permettersi di pagare per un diritto che dovrebbe essere garantito dalla nostra Costituzione.

3) Un altro tema di difficile soluzione è quello dei trasporti, esterni e interni. Quali sono i modelli che intende proporre per garantire ai sardi il diritto alla mobilità?

Sul fronte dei trasporti, il mio obiettivo è rendere la mobilità più efficiente, sostenibile e accessibile, potenziando le infrastrutture esistenti e promuovendo nuove soluzioni di trasporto pubblico locale, integrato e intermodale, che possano collegare meglio l’isola sia internamente sia con il resto del mondo. È incredibile che Nuoro sia, insieme a Matera, l’unico capoluogo di provincia in Italia non raggiunto dalla rete ferroviaria, ma questa è solo la punta dell’iceberg. Il sistema stradale, quello aereo e quello marittimo, sia per il trasporto di persone che di merci, sono gravemente deficitari e serviranno programmazione e un impegno straordinario per portare la nostra isola in linea con gli standard europei che dovrebbero essere il nostro punto di partenza, non quello di arrivo. Per una continuità territoriale che funzioni servono dati precisi e idee chiare per andare ai tavoli europei preparati e determinati e ottenere tutto ciò che ci spetta. Siamo per un sistema misto, il che prevede procedure di negoziazione differenti per stagioni dell’anno, l’alta e la bassa, profondamente differenti tra loro in termini di mercato dei trasporti.

4) Una questione indissolubilmente legata al tema trasporti è il turismo, una voce economica importante per l’Isola. Quali modelli deve adottare la Sardegna per stimolare i visitatori?

Punterò su un modello di sviluppo sostenibile che valorizzi le peculiarità della Sardegna, promuovendo un turismo di qualità e responsabile, che possa attrarre visitatori interessati alla cultura, alla natura e alle tradizioni sarde, distribuendo i flussi turistici in maniera equilibrata durante tutto l’anno. La domanda di Sardegna, però, non deve derivare solo dal turismo inteso nell’accezione più comune del termine, cioè quello delle persone che arrivano solo in certi, brevi, periodi dell’anno per poi dimenticarsi di noi fino all’anno successivo. Abbiamo tantissime carte da giocare come clima, ambiente, cultura e vastità del territorio, per attrarre persone che vogliano stare in Sardegna periodi più lunghi per lavorare in remoto, per trascorrere qui la fase post-lavorativa della loro vita, per trovare una dimensione più umana senza per questo dovere rinunciare ai servizi fondamentali come sanità, trasporti, e connettività digitale. Vogliamo portare in Sardegna servizi all’avanguardia, ma partiamo dalla situazione di arretratezza alla quale ci ha relegato la giunta uscente che ha gestito malamente le tante risorse che aveva a disposizione. Sarà dura ma lavorando tutti insieme sulla base di un’attenta programmazione e con una capacità di esecuzione delle idee e dei progetti a cui i sardi non sono stati abituati dalla politica, possiamo davvero farcela.

5) Lavoro e occupazione: la Sardegna resta una delle regioni con gli indici peggiori d’Europa. Su quali settori bisogna puntare nei prossimi anni per invertire la tendenza?

Il mio focus sarà sul rafforzamento dei settori strategici per l’economia sarda come le nuove tecnologie, l’energia pulita da fonti rinnovabili, intesa nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente e come opportunità per creare buon lavoro per le sarde e i sardi, ma anche il turismo, l’agricoltura, l’artigianato, l’industria tradizionale nei settori e nei luoghi dove questa ha ancora un senso, il commercio e le professioni. Serve poi incentivare l’imprenditorialità, la formazione professionale e l’innovazione, per creare opportunità di lavoro stabili e di qualità senza dovere necessariamente dipendere dalle grosse realtà che non sempre garantiscono condizioni di lavoro dignitose per tutti. Non dimentichiamo però che tutto parte dall’istruzione, dalla scuola, fin dai primi anni di vita degli individui. Per questo serve ragionare a lungo termine, rinforzando scuole materne e asili-nido e modificando un modello formativo che risale ormai a troppi anni fa e che non ha saputo seguire, adeguandosi, l’evoluzione della società e del mercato del lavoro. Nel nostro programma, che siamo gli unici ad avere reso disponibile in totale trasparenza da subito sul mio sito internet, c’è tutto questo e tanto altro. Sta a noi mettere tutto l’impegno necessario per trasformare le idee e i progetti in azioni concrete e alle cittadine e ai cittadini sardi darci fiducia il 25 febbraio perché tutti possiamo avere una nuova opportunità per cambiare davvero le cose.

6) Agricoltura e allevamento. Cosa può fare la Regione Sardegna per difendere i produttori isolani e aiutarli ad essere competitivi nei mercati internazionali?

Mi impegnerò a sostenere i produttori isolani attraverso politiche di incentivo all’innovazione, alla sostenibilità ambientale e all’accesso ai mercati internazionali, valorizzando i prodotti di qualità e l’identità agroalimentare sarda. L’agroalimentare è uno di quei settori che possono più di altri resistere alle crisi se gestito in modo moderno e supportato dalla formazione continua degli operatori perché questo diventi possibile. In un mondo che va verso prodotti tutti uguali e artefatti, i prodotti di qualità, riconoscibili, diversi e sostenibili avranno sempre un mercato se l’intera filiera, dalla produzione alla commercializzazione, viene messa in grado di funzionare al meglio. Oggi non è difficile essere visibili in tutto il mondo se si hanno i prodotti giusti e se li si sa valorizzare. Una grande attenzione va posta poi alla corretta gestione di un bene comune fondamentale per l’agricoltura: l’acqua, che deve rimanere pubblica, risorsa per la quale avremo una grandissima attenzione, sia per l’uso privato, sia per quello richiesto dalle attività produttive.

7) Faccia un appello agli elettori: perché dovrebbero votare lei e la sua coalizione?

Abbiamo lavorato e lavoreremo per meritare la fiducia di tutte e tutti, senza alcuna distinzione. Condividiamo per la Sardegna una visione non di un solo futuro, ma di diversi futuri: uno più vicino e realizzabile a breve termine, ma anche un futuro a medio e uno a lungo termine, tutti da costruire, ma è fondamentale iniziare adesso, perché non facendolo si rischia di arrivare al punto di non ritorno. Vogliamo mettere la nostra regione in grado di esprimere al meglio le sue enormi potenzialità, in un contesto di equità, sostenibilità e innovazione. La mia coalizione ed io personalmente, ci impegniamo a lavorare con dedizione, trasparenza e ascolto attivo della comunità per cambiare tutto e costruire insieme la Sardegna in cui le sarde e i sardi, ma tutti coloro che lo desidereranno, meritano di poter vivere felici.

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