La giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione e il ricordo della tragedia di Lampedusa.
Il 21 marzo 2016 con la legge numero 45 pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n.76 del primo aprile dello stesso anno è stata istituita in Italia la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, una ricorrenza che nasce con l’obiettivo di ricordare tutte le persone che hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria. Una data che assume un significato profondo soprattutto alla luce delle tragedie che hanno segnato il mar Mediterraneo e che continuano purtroppo a ripetersi. Sono trascorsi dodici anni dalla terribile notte del 3 ottobre 2013 quando al largo dell’isola di Lampedusa si consumò uno dei naufragi più gravi della storia recente delle migrazioni, con 368 migranti che persero la vita a poche miglia dalla costa, vittime di un viaggio disperato intrapreso nella speranza di un futuro migliore. Quell’evento scosse l’opinione pubblica mondiale e mise in evidenza la fragilità e i rischi di rotte che migliaia di persone percorrono ancora oggi, spinti dalla necessità di fuggire da scenari di guerra, dittature, povertà estrema e persecuzioni. Da allora si è discusso molto di accoglienza, sicurezza, politiche di salvataggio e gestione dei flussi migratori, ma a distanza di anni la situazione rimane drammatica perché nel Mediterraneo si continua a morire, e i numeri dei naufragi riportati periodicamente dalle cronache testimoniano una realtà che non accenna a fermarsi. La ricorrenza istituita dal Parlamento non è soltanto un momento di raccoglimento e memoria per le vittime, ma rappresenta anche un richiamo forte alla coscienza collettiva e alla responsabilità delle istituzioni europee e internazionali, affinché tragedie come quella di Lampedusa non vengano dimenticate e non si ripetano con la stessa frequenza e brutalità. Ricordare le vittime dell’immigrazione significa infatti ribadire il valore della vita umana, troppo spesso calpestata in viaggi disperati che si trasformano in viaggi di morte, e richiamare l’urgenza di soluzioni concrete e condivise per garantire corridoi umanitari sicuri, percorsi legali di ingresso e un impegno più incisivo nel contrastare le cause profonde che spingono migliaia di persone a lasciare la propria terra senza alcuna certezza di arrivare vive a destinazione.
Dal 2014 hanno perso la vita nel Mediterraneo quasi 25mila migranti. Nonostante nel corso dell’ultimo biennio ci sia stato un considerevole calo degli sbarchi di migranti sulle coste europee rispetto agli anni passati, dovuto soprattutto agli accordi con la Turchia prima e con la Libia successivamente, il tasso di mortalità è aumentato.
Infatti, le traversate sono sempre più pericolose e le operazioni di ricerca e soccorso in mare ad opera delle navi delle Ong hanno subito diverse restrizioni di tipo legale e logistico.
Nel 2016 il Senato ha proclamato il 3 ottobre la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione; di tutte le vittime dell’immigrazione: donne, uomini, bambini, bambine che hanno perso la vita cercando di oltrepassare un confine e che ancora oggi sono vittime di viaggi rischiosi in cerca di una vita migliore. Se la terra fosse sicura nessuno rischierebbe la vita in una traversata disperata, nessun genitore metterebbe in mare un bambino se il luogo da cui proviene non offrisse alcun tipo di speranza futura.

