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A 10 anni gli negano la comunione: oggi Massimo grazie all’amore di mamma Susanna e padre Maurizio riceve tutti i sacramenti

Massimo 25 anni fa è nato prematuro: quando aveva circa 11 anni gli viene diagnosticata la sindrome plurimalformativa. Negli anni è un susseguirsi di ricoveri, operazioni, viaggi negli ospedali di Bologna, Napoli, Pavia. Anni in cui sua mamma Susanna ha lottato da vera leonessa per garantire a suo figlio una vita degna di essere trascorsa col meglio che lei e il papà potevano fornirgli.

Massimo con i genitori

Tra questo anche la fede: “Massimo è stato battezzato appena nato da padre Emiliano, quando era al pediatrico Macciotta di Cagliari. Dopo che ha ricevuto questo primo sacramento per me è stato come percepire per lui un grosso sostegno. La fede mi ha salvato e mi aiuta a sostenere tutto il peso della situazione e volevo che anche lui lo sentisse”, ci racconta Susanna.

Massimo compie 10 anni, non facili, pieni di difficoltà che derivano dalla sua condizione di disabile: non parla, non cammina e comincia ad essere nutrito con un sondino perché non riesce più a mangiare normalmente. “Volevo che ricevesse la prima comunione, dice la mamma, e mi sono rivolta a un parroco”. Ma Susanna si sente rispondere: “No, non posso farlo, suo figlio non comprende il sacramento, non può ricevere la comunione”. “Per me è stato come un colpo al cuore, una pugnalata”, continua. “Dopo un primo momento di disperazione e smarrimento ho raccolto tutte le forze che il Signore mi concede ogni giorno e sono andata da padre Maurizio nella chiesa di Fra Ignazio”. Qui Susanna e Massimo sono stati accolti con amore, comprensione e soprattutto rispetto.

Grazie a lui e al grande interessamento e intercessione del Vescovo Mani, Massimo riceve la prima comunione e qualche mese dopo anche la cresima: “Abbiamo organizzato una festa bellissima. Sono venuti in tantissimi per condividere con noi questi momenti di gioia e io finalmente mi sono sentita serena. Mio figlio a tutti gli effetti è nelle mani di Dio e questo mi aiuta tantissimo”. “Sono molto affezionato a Massimo, qui da noi è di casa”, racconta padre Maurizio. “Dopo comunione e cresima gli ho chiesto se, a questo punto, volesse anche la mitra! Ormai era questione di poco!”, scherza il francescano 98enne.

Padre Maurizio e Massimo

Nel mentre il papà di Massimo muore di tumore e Susanna deve abbandonare il lavoro perché, ormai sola, non può più fare altro se non occuparsi di suo figlio. “Con la liquidazione ho acquistato una speciale bici dall’Olanda, che qui in Italia non esiste. Sul davanti ha uno speciale carrellino che permette alla carrozzina di Massimo di essere posizionata in sicurezza. Così nelle belle giornate di sole ce ne andiamo in giro, io e lui”.

Foto Pierino Vargiu

“Voglio lanciare un appello a chi vive la mia situazione: non chiudetevi in casa, non fate vivere i ragazzi come mio figlio in una campana di vetro. Sono persone esattamente come noi e come tali hanno necessità estrema di condividere emozioni, risate, esperienze. Fateli uscire, respirare aria fresca e pulita: salverà loro ma anche voi. Io voglio ringraziare mio figlio, perché Massimo è la storia più bella che il destino ha scritto nella mia vita”.

Ringraziamo per gli scatti e la collaborazione il fotografo Pierino Vargiu.

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