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L’addio commosso di Cappellacci a Berlusconi: “Ti voglio bene, sei stato come un padre per me”

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“Caro Presidente, ti scrivo e ti parlo perché le persone che amiamo in vita non ci lasciano mai: stanno al nostro fianco, in maniera diversa. E così immagino di essere accanto a te, come mille altre volte, col tuo sorriso e quella carica di energia che sempre hai dato a tutti noi”.

Così inizia la lettera di addio pubblicata da Ugo Cappellacci a Silvio Berlusconi nel giorno della sua scomparsa.

“Oggi, a chi mi chiedeva di te, ho risposto che sei come un padre – scrive il coordinatore regionale di Forza Italia -. E lo sei per la tua vicinanza, per come molte volte mi hai indirizzato per come hai donato a me l’amicizia che avevi anche per il mio papà. Come succede per un padre, vorresti restituire almeno una parte di quel che ti ha dato e che ti ha consentito di crescere e resti sempre con il rammarico di non poterci riuscire. Insieme abbiamo vissuto ascese e cadute e anche nei momenti in cui mi sono sentito solo, ho sempre avuto il conforto della tua amicizia e della tua difesa. Spero di aver fatto altrettanto. Sono decine di migliaia le immagini, i suoni, le atmosfere che mi passano per la mente e per il cuore in queste ore e diventa difficile anche afferrarne una sola perché ne arriva subito un’altra”.

“Ne aggiungeremo molte altre perché tu ci sei e ci sarai in ogni scelta, in ogni gesto, in ogni azione che andremo a compiere – conclude il senatore azzurro -. Molte volte ho cercato di esprimerti che cosa significhi per me, per la nostra amata terra, per la nostra comunità politica. Altre volte, come succede tra amici, non ho avuto la necessità di dirlo perché è sufficiente uno sguardo, un gesto, un silenzio per capirsi. C’è una cosa che, però, non ti ho detto e cioè che per me sei veramente un secondo padre. Ti voglio bene e Ti abbraccio con l’affetto di sempre”.

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