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Antichi mestieri: la storia di Marino Pilia, “Su ferreri di Sadali”

 

A cura di Giulia Massa e Rita Coda Deiana

Il filo degli antichi mestieri ancora una volta, ci ha guidate verso una delle fonti inesauribili di conoscenza e di sapere originario che tramandato lungo il corso del tempo diviene materia prima con la quale plasmare il presente. Un sapere originario dove le mani diventano protagoniste di uno scambio reale e attraverso il tatto raccolgono informazioni. Ed è proprio in questa atmosfera del “possibile” che nasce il mestiere antico del lavoro del fabbro (su ferreri), una figura che riveste un ruolo molto importante per la crescita di una comunità.

Il lavoro del fabbro è uno dei mestieri più antichi della storia dell’umanità, presente in tutte le culture ed in tutte le epoche. L’antico mestiere del fabbro risale, secondo alcuni studiosi e in base a certi reperti storici, all’era del neolitico. E’ in quel periodo storico che i primi fabbri con l’utilizzo di forni, impararono a fondere e poi a forgiare i metalli, realizzando utensili utili per i lavori domestici e quotidiani delle persone.

Ma nei dettagli, come si svolge il lavoro quotidiano di un fabbro? Ne abbiamo parlato con il Signor Marino Pilia di Sadali, che ancora oggi svolge questo affascinante mestiere nella bottega-fucina tramandata dal padre.

Il signor Marino, 66enne, è nato e cresciuto con il tempo scandito dal battere del martello sull’incudine e coi versi poetici in limba sarda recitati nella fucina dal padre fabbro. Il padre, ammaliato da questo mestiere imparò l’arte nella bottega di un mastro fabbro di notevole bravura di Esterzili. Era giovanissimo e anche se la famiglia Pilia non era di generazione di artigiani, perchè i mestieri vengono tramandati, nel dopoguerra realizzò una bottega-fucina nel paese di Sadali, facendo scavare la roccia, dove dopo il matrimonio, intraprese la sua grande passione: il mestiere del fabbro.

Nell’immediato dopoguerra, le problematiche economiche e sociali causate da questo periodo e la carenza di denaro, tutte le opere del fabbro venivano remunerate, con grano, formaggio e altro, alla fine dei raccolti (S’incungia), quando si tiravano le somme dell’attività contadina dell’anno in corso. Il padre realizzava tutto manualmente utilizzando la saldatura per bollitura o a placca. Una tecnica dove si utilizzano temperature dai 1300° ai 1500°, il ferro viene portato all’incandescenza bianca, la cosiddetta “sudante”. A quei tempi si utilizzava il trapano a manovella e il padre del signor Marino oltre ad essere stato un eccellente maniscalco per bovini e per equini fu anche un armaiolo e un bravissimo intagliatore di calci di fucile.

Recuperava il ferro, l’acciaio, l’alluminio nella città di Cagliari, per poi cannibalizzare il tutto nella sua fucina di Sadali. Il lavoro del fabbro…un antico mestiere che ha tramandato al figlio, anche se Sig. Marino da ragazzo intraprese prima la carriera militare e soltanto dopo, quella del fabbro. Un uomo, che nel suo raccontarsi, ricorda la figura di un filosofo. Ama il disegno, la cultura, appassionato della lettura e della storia e ha mille passioni. Sig.re Marino si definisce una persona “Volubile” e ama essere tale.

Racconta che negli anni ’80 quasi per gioco mentre realizzava un lavoro per sè, incontrò un giovane interior design a Cagliari, che osservandolo ammirato dalla maestria delle sue mani nella creazione dell’oggetto, lo invitò nel suo atelier che si trovava nel quartiere Castello di Cagliari. Dove poi Signor Marino aprì la sua prima bottega di fabbro, sempre con la missione però, di recuperare tutti i ferri battuti, grate di tutte le epoche che le persone non utilizzavano più, ripristinare il vecchio per realizzare nuove opere da riutilizzare, in alcuni casi con le stesse funzioni del passato, in altri modificandole per sistemi di arredamento moderno.

Come il caso di certe grate antiche utilizzate, dopo le modifiche, come tavoli da salotto, oppure come letti. Ma non solo, anche restauri completi e ripristini di vecchie balconate ringhierate. Il Sig.re Marino afferma che è la committenza che fa questo settore e la coscienza del professionista-tecnico che, poi ci sviluppa sopra il progetto. Il mestiere del fabbro è un lavoro duro dove ci si sporcano le mani. In inverno con le temperature rigide, il ferro diventa freddo e in estate si arroventa durante la lavorazione, rischiando le ustioni alle mani.

La gioia di questo mestiere è che il ferro…il metallo è presente in tutte le cose e il viaggio conoscitivo nel ferro, aiuta a conoscere tutti gli altri mestieri oltre che se stessi. Il mestiere del fabbro è un lavoro affascinante ma molto pesante e soltanto chi ha l’autentica passione dentro riesce a portarlo avanti con determinazione e conoscenza. La lavorazione dei metalli richiede competenze ed esperienze differenziate, che vanno dalla forgiatura a gas (una tecnica che utilizzava il fratello-scultore del Sig.re Marino) a quella con il carbon coke (forgiatura preferita dal Signor Marino) e alla riparazione e costruzione di oggetti di metallo. Ma non solo, in alcuni casi anche alla vera progettazione dell’oggetto di metallo partendo da zero, come tavoli, lampade letti e molto altro.

E’ il fabbro che decide, in base al suo sapere, il materiale e le migliori tecniche di lavorazione del metallo. Anche se il Signor Marino è convinto che le vecchie tecniche di lavorazione del metallo siano le migliori, perchè si ottengono risultati unici e di qualità nella precisione e qualità. Come ad esempio la piegatura del metallo fatta a calandra, che è una tecnica moderna, più comoda, che però non presenterà mai unicità e bellezza, come la piegatura realizzata con la battitura del martello.

E’ il “fabbro-artista” che attraverso la battitura del martello sull’incudine, la forgiatura, la precisione, la velocità, che deve dare forma…disegnare e dare vita al metallo…in quell’attimo fuggente prima che il ferro si sfreddi. Non è un mestiere ambito dalle nuove generazioni, anche se in passato Sig.re Marino ha istruito dei giovani del paese con buoni risultati, anche se poi gli allievi hanno proseguito per strade lavorative diverse. Signor Marino ha realizzato numerosi lavori artistici oltre che per l’utenza locale, anche per utenti illustri. Opere artistiche di grande bellezza che sono state pubblicate su importanti riviste nazionali ed internazionali di designer, arredamento e architettura come: “BRAVA CASA” e “AD-ARCHITECTURAL DIGEST. LE PIU’ BELLE CASE DEL MONDO.”

Il suo timore è che un antico mestiere come quello del fabbro sia destinato a soccombere o ad essere dimenticato nel limbo del tempo che passa. Questo anche a causa della società odierna, poco propensa alla valorizzazione e tutela degli antichi mestieri e saperi alla luce delle nuove generazioni e delle nuove conoscenze. Una società moderna che non riesce a dare luce all’antico sapere creando un connubio tra antico e moderno. La passione del Signor Marino per il recupero, che si auspica di trasmetterla e tramandarla al figlio, che a soli dieci anni impugna il martello come in passato faceva il nonno e ora il padre, lo porta a continuare a creare arte nel silenzio dell’antica fucina del padre…”il suo rifugio” dove attraverso la creatività parla con se stesso, con le sue mani. E’ in questo luogo che trasuda di sapere, che ritrova il senso più profondo della sua ispirazione creativa, che si sente inattaccabile…si sente nel suo spazio, nel suo mondo accompagnato dal ritmo fluido che scorre nei fiumi e nelle cascate che caratterizzano questo luogo magico, dove Natura e Uomo si incontrano.

L’antico mestiere del fabbro, diventa la bussola del Presente, lo Specchio nel quale intravedere nuove prospettive per il futuro, nuove strade da percorrere. Un antico mestiere dove le mani parlano interiormente di qualcosa o di qualcuno. Le mani che si fanno messaggere dell’interiorità umana creando un ponte con l’esterno, offrendo una possibilità di crescita e di conoscenza dell’altro in noi stessi.

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