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La Sardegna più selvaggia: 12 idee per andare alla scoperta dei luoghi più nascosti e impetuosi dell’Isola

La Sardegna è una delle regioni meno antropizzate d’Europa, più dell’80 per cento del territorio è costituito da montagne, colline altopiani. La densità abitativa è scarsa e a farla da padrone è soprattutto la natura che regna, in mezzo a canyon, falesie, grotte e incredibili cascate. Il regno degli escursionisti e degli amanti dei territori selvaggi: foreste, zone impervie e mulattiere raggiungibili dopo giorni di cammino, lì dove navigatori satellitari e telefono devono cedere il passo all’esperienza e alla preparazione fisica di esperti trekker. Sono tanti i luoghi dove in Sardegna chi non ha una discreta esperienza potrebbe perdersi. Ma sono soprattutto innumerevoli i posti meritevoli di una visita: molto difficile elencarli tutti, ci limiteremo ad alcuni dei più conosciuti e apprezzati.

Negli ultimi decenni l’Isola è diventata il paradiso degli escursionisti: grazie alla bassissima densità abitativa, la Sardegna offre una miriade di luoghi, talvolta incontaminati. Si può spaziare dalle coste alle montagne, passando per boschi e vallate, intervallati da corsi e specchi d’acqua, con scenari fiabeschi, che non hanno nulla da invidiare a quelli delle grandi montagne italiane. Non sono altezze vertiginose ma i tratti di foresta, le pareti rocciose e persino alcuni luoghi desertici sono ormai annoverati tra i luoghi più selvaggi d’Europa. Le zone interne e quelle orientali, insieme alle foreste del Sulcis Iglesiente, nella zona sud occidentale della Sardegna, sono i luoghi più frequentati dagli specialisti delle escursioni. Luoghi dove se non si ha una buona preparazione atletica e soprattutto una adeguata strumentazione, si corre il rischio di non ritrovare la via del ritorno.

1) Selvaggio Blu, paradiso degli escursionisti

Cominciamo dal vero paradiso degli escursionisti: il Selvaggio Blu, uno dei trekking più impegnativi d’Europa, sette giorni tra arrampicate, ferrate, cenge mulattiere, senza punti di ristoro. Servirà tantissima preparazione, provviste, acque e un’attrezzatura tecnica all’avanguardia. Con notti in tenda, in mezzo a cieli limpidi e natura incontaminata, talvolta a strapiombo sul mare. Sono circa 50 km da Santa Maria Nazarene a Cala Gonone, da Baunei e Dorgali, in mezzo a veri e propri monumenti naturali e calette da togliere il fiato: l’aguglia di Pedra Longa, i vecchi sentieri dei carbonai, tra ovili, archi di roccia, gole, magnifici ginepri secolari e scale di legno, usate per passare da una parte all’altra della montagna. Sotto il vuoto: roba per persone che non soffrono di vertigini.

2) Verso Dorgali e Orosei, Cala Goloritzè

Salendo verso Dorgali e Orosei i trekking diventano più agevoli: dal Golgo di Baunei si può raggiungere Cala Goloritzè. Anche qui altra aguglia, un incredibile monolite calcareo che domina la cala, meta dei climbers di mezza Europa. Molto più impegnativi i cammini per Cala Mariolu e Cala Biriola, dove servirà l’aiuto di guide esperte. Camminerete in mezzo a scenari unici e ne varrà la pena.

3) Il trekking di Cala Luna

Altro trekking famoso è quello per Cala Luna, lungo un sentiero che lambisce la Codula di Luna. Una lunga ma agevole camminata per raggiungere la spiaggia resa famosa da alcuni film.

Lo spettacolo paesaggistico di Cala Luna

 

4) Gorropu, canyon tra i più lunghi d’Europa

Passando all’entroterra, altra camminata molto impegnativa è quella che porta ad attraversare il Supramonte, uno dei territori più selvaggi della Sardegna. Tante le mete raggiungibili: tra queste Gorropu, uno dei canyon più lunghi d’Europa, con pareti alte 500 metri, visitabile solo a piedi attraverso tre sentieri. A nord passando nella valle di Oddoene, in territorio di Dorgali: è il percorso meno impegnativo, due ore di cammino con partenza da ponte sa Barva, passando parallelamente al rio Flumineddu – torrente che ha scavato la gola -, fino a raggiungerne l’ingresso. A sud la partenza del sentiero – percorribile in tre ore e mezza tra andata e ritorno – è dagli ovili di Sedda ar Baccas, in territorio di Urzulei. Il terzo itinerario, a est del canyon, parte da Genna Silana, in un’area di sosta della statale 125. Il sentiero, di un’ora all’andata e del doppio al ritorno, è ben segnato. Una ripida discesa tra corbezzoli secolari. Guide esperte possono comunque ideare i propri trekking organizzandosi anche in modo da fare percorsi ad anello.

5) Cime del Gennargentu, regno di Mufloni e aquile reali

Altra escursione impegnativa e famosa è quella che porta alle cima del Gennargentu e arriva a punta La Marmora (1834 metri), regno di mufloni e aquile reali. Anche dall’Ogliastra, nel territorio di Arzana, parte un altro itinerario verso il Gennargentu.

6) Ogliastra, percorsi suggestivi e spettacoli naturali

Percorsi suggestivi attraversano i Tacchi d’Ogliastra, tra aguglie, foreste di lecci, laghetti, cuiles e testimonianze della preistoria isolana. Dal centro servizi della foresta di Montarbu si diramano altri itinerari incredibili: il sentiero Ermolinus porta a s’Ilixi ‘e Canali, un leccio alto 18 metri. Un percorso conduce al Taccu Isara, nel territorio di Seui; un altro, ad anello, prende nome dalle grotte su Marmuri di Ulassai davanti alle vallate panoramiche vallate del rio Pardu e di santa Barbara. C’è poi l’anello di Perda ‘e Liana, nel territorio di Giro, tra sentieri
calcarei.

7) Le magnifiche cascate della Sardegna

Più a Sud tantissimi sentieri: tra Villanovatulo a Seulo, altre zone percorse da pastori e un tempo dai carbonai. L’itinerario da Pala de Nuraxi al bivio per Addolì, vicino alla grotta di is Janas, nel territorio di Sadali e la magnifica cascata di su Stampu ‘esu Turrunu, dove l’acqua precipita dalla roccia, andando a formare un laghetto in mezzo al bosco. Altri sentieri più agevoli partono da Sadali e arrivano sino a s’Arcu ‘e Spineddai, e al nuraghe Adoni. Numerosi e impegnativi i trekking nel territorio delle Baronie, tra le creste di calcare del Monte Albo, sino alle vallate del Cedrino. Quasi tutte le cascate sarde sono alimentate da corsi d’acqua a regime torrentizio, ecco perché, a parte qualche eccezione, non le si può ammirare in estate ma solo nelle stagioni non secche. Alcune non sono difficili da raggiungere: già citata quella di Piscina Irga, nel comune di Villacidro una delle più note è sicuramente quella de Sa Spendula. Sempre a Villacidro troviamo la cascata di Muru Mannu che nasce dall’omonimo rio: è raggiungibile con un trekking di due ore. Molto più facilmente raggiungibile invece la cascata di San Valentino, proprio nel borgo di Sadali, il paese dell’acqua. Meno agevole ma splendida Sa Stiddiosa a Seulo. Un angolo di paradiso lungo il corso del fiume Flumendosa al confine con il territorio di Gadoni. Il già citato Stampu ‘e su Turrunu a Sadali, nel cuore della foresta di Addolì, fra Barbagia e Ogliastra. Spettacolare per il salto la cascata di Capo Nieddu a Cuglieri. Qui il torrente Rio Salighes compie un tuffo di quaranta metri sul mare.

La meravigliosa cascata di Capo Nieddu

 

Sardegna, la cascata di San Pietro Paradiso

C’è solo un’altra cascata in mare così bella in Italia ed è quella della Marmorata a Ravello, in Campania. Altra cascata da visitare nell’Isola è quella di Is Corropus a Gergei, alle pendici del monte Trempu, tra torrenti, giochi d’acqua, cascatelle e piscine naturali. E ancora la cascata di Triulintas a Martis, dove le acque scorrono e saltano tra rocce trachitiche e una foltissima vegetazione nella gola di Badde Traes, scavata dal Rio Masino. Da citare la cascata del Rio Pitrisconi a San Teodoro in un ambiente montano, tra picchi rocciosi, crinali, e canyon, dove passano le acque che vanno a generare, piscine, cascatelle e scivoli acquatici.

Le Cascate di Lequarci a Ulassai si trovano in località Santa Barbara e sono tra le più imponenti dell’Isola. Le acque del rio Lequarci precipitano da una gigantesca falesia calcarea con unsalto di 50 metri con numerose cascate che formano un enorme unico rivolo. La Cascata di Mularza Noa a Bolotana si trova all’interno del parco comunale di Pabude). Ha un’altezza di 18 metri ed è formata dal fiume Riu Biralotta (o fiume di Ortachis). Da menzionare per bellezza e suggestione dei luoghi anche San Pietro in Paradiso, non distante da Cagliari, tra Maracalagonis e Quartucciu (località Sant’Isidoro), alimentata dal Rio San Pietro, in una vallata granitica molto scenografica. La cascata si conclude con un salto notevole che va a formare uno splendido laghetto.

Molto belle anche le cascate de S’Istrampu de Sos Molinos (cinque salti di circa 30 metri in mezzo a querce secolari, tra Bonarcado e Santa Lussurgiu), e la cascata Maggiore a Laconi, che si trova all’interno del parco Aymerich. La cascata è così chiamata perché è la maggiore di altre presenti all’interno del parco. Non è molto alta (12 metri) ma è comunque suggestiva. Chiudiamo con le cascate di Sothai a Villagrande Stisaili, con un bel salto di 30 metri, all’interno di un cantiere forestale, tra lecci e querce e un’area picnic.

8) Percorsi tra gli ovili del Supramonte

Impegnativi e non una serie di trekking nel territorio di Dorgali. Per andare alla scoperta dei cuiles, partenza da S’Abba Arva, nella valle di Oddoene. Sos cuiles sono strutture abitative utilizzate dai pastori fino agli anni Settanta per tenere il gregge vicino ai pascoli migliori. Su cuile ha una struttura simile a quella delle antiche capanne nuragiche: l’origine della tecnica costruttiva degli ovili del Supramonte deriva infatti direttamente dalla cultura degli antichi Sardi, in quanto le esigenze dei pastori di allora non sono diverse da quelle recenti. Il percorso è ad anello: si sale da Scala Peichinu, vedremo il cuile Su Listincu, per poi proseguire in direzione Su Crou arrivando al cuile Sos Mojos, quindi al cuile Sas Traes. Da qui ripartiremo passando da Doloverre, quindi Surtana, per arrivare al cuile Angelo. A Cala Luna si può arrivare anche da Dorgali, passando per i sentieri calcarei di Buchi Arta. Simile il trekking per Cala Fuili. Bellissimo il trekking per Doinanicoro, un altopiano nel territorio di Orgosolo a quasi mille metri. Per ritornare verso Dorgali passando dalla Scala di Surtana.

9) Il villaggio di Tiscali

Altro percorso molto noto tra gli amanti delle passeggiate è quello che porta a Tiscali, il villaggio nuragico costruito dentro una gigantesca dolina sprofondata. Si può partire da varie basi: per comodità suggeriamo quello che sale da Dorgali, S’Abba Arva, impegnativo e ripido all’inizio, più agevole dopo, in mezzo ai boschi che circondano la dolina.

 

10) Alghero, percorsi sulle tracce del grifone

Anche la zona di Alghero offre percorsi naturalistici unici: sulle tracce del grifone, agevole ma molto lunga è la traversata da Bosa ad Alghero, parallelamente a una delle strade litoranee più belle della Sardegna, tra cale e paesaggi unici. Oppure i boschi di Monte Minerva, antica riserva di caccia dei Savoia, tra boschi e domus de janas, nel territorio di Villanova Monteleone.

11) Da Sud a Nord, i trekking e i percorsi naturalistici della Sardegna

Il Nord Sardegna offre un percorso sul mare tra i graniti della Costa Rossa: da Marinedda a Tinnari, ma anche Santa Teresa di Gallura, Capo Testa e la Valle della Luna regalano percorsi unici in mezzo ai graniti della Gallura. Non c’è che l’imbarazzo della scelta: percorsi e scenari naturalistici mozzafiato offrono anche l’Iglesiente, l’Arburense, Is Cannoneris più a Sud, tra Domus de Maria e Pula. Menzione speciale per il Parco dei Sette Fratelli, tra il Cagliaritano e il Sud-Est dell’Isola.

Tantissimi percorsi anche nel Marganai, foresta demaniale che si estende per una superficie complessiva di 3.650 ettari nella provincia del Sud Sardegna e ricade nei comuni di Domusnovas, Fluminimaggiore e Iglesias, uno degli ultimi tratti di foresta vergine in Europa. Anche il Montalbo è attraversato da itinerari di trekking, ereditati dai carbonai. Il massiccio ricade in gran parte nei territori di Siniscola, Lodè e Lula: è un bastione calcareo lungo una ventina di chilometri, caratterizzato da versanti verticali e tagliato da burroni profondi con una forma allungata e imponente, ricco di gole, inghiottitoi e grotte, tra cui quelle Bona Fraule, Janna Manna e Omines Agrestes.

 

Il monte Arcuentu

Da menzionare anche il trekking per Monte Arcuentu, nel versante che degrada verso il mare del territorio di Arbus, un percorso non difficilissimo che porterà i camminatori sulla cima di quello che era un vulcano spento, tra rocce vulcaniche e torri naturali. Facile da raggiungere anche la cascata di Piscina Irga, nel comune di Villacidro, una delle più belle della Sardegna.

Più agevole, il trekking sui calcari della Sella del Diavolo, a pochi minuti dalla città di Cagliari. Un percorso agevole, in mezzo alla macchia mediterranea, ricco di punti panoramici a picco sul mare, tra vecchie torri costiere spagnole e antiche strutture puniche e romane.

Affascinante e non complicato il trekking che porta da Masua a Cala Domestica, tra faraglioni, scogli calcarei e vecchie miniere, lungo il tragitto più spettacolare della costa occidentale della Sardegna.

12) Le grotte mozzafiato della Sardegna

Parliamo ora delle grotte. La Sardegna è ricchissima di zone sotterranee naturali (molte di queste comunicano tra loro andando a formare uno dei sistemi sotterranei più lunghi d’Europa), alcune molto difficile da raggiungere se non si hanno esperienza e materiali adatti. Altre cavità sono raggiungibili molto più agevolmente: citiamo qui le più famose. La grotta di Nettuno è una delle più famose del territorio sardo. È
raggiungibile via terra o via mare: nel secondo caso è possibile imbarcarsi per un’escursione dal porto di Alghero, mentre per visitarla via terra si parte dal promontorio Capo Caccia e si accede alla grotta tramite i 654 gradini della Escala del Cabirol. La grotta prende il nome dalla divinità marina, ed è formata da un complesso labirinto di sale, cunicoli, piccoli specchi d’acqua, stalattiti e stalagmiti di varie fogge. Di particolare bellezza il lago sotterraneo di acqua salata La Marmora.

La Grotta di Santa Barbara a Iglesias: scoperta durante i lavori di ampliamento di una miniera, nel 1952, si trova in località Bindua. Oggi si può visitare partendo a bordo di un trenino elettronico che percorre i primi 300 metri. La grotta presenta concrezioni molto particolari e rare. La Grotta Is Zuddas si trova a Santadi, nella Sardegna sud- occidentale, è lunga 1650 metri e se ne possono visitare circa 500. Offre uno spettacolo unico: le Eccentriche, aragoniti che assomigliano a ciuffi di cristallo simili a fiori.

 

Grotta Is Zuddas, gli eccentrici cristalli di aragonite

La grotta di Su Mannau si trova nel sudovest della Sardegna, nel Comune di Fluminimaggiore, è lunga più di 8 km. La parte visitabile ha uno sviluppo di 500 metri e si snoda su ampie ecomode passerelle tra sale ricche di concrezioni, stalattiti e stalagmiti (la più alta misura 11
metri), attraversate da piccoli laghi sotterranei. La Grotta del Bue Marino a Dorgali è la più celebre e conosciuta grotta marina d’Italia e
deve il suo nome alla foca monaca, che la abitava fino agli anni Settanta. Questa doppia cavità è raggiungibile via mare ed è divisa in due rami, quello visitabile è il ramo sud attraverso un percorso attrezzato di circa 900 metri che costeggia laghetti di acqua dolce, spiaggette sabbiose e spettacolari concrezioni.

Nel territorio di Baunei, si trova la grotta del Fico che si apre in mezzo a una scogliera a picco sul mare e deve il suo nome a un fico cresciuto cresciuto sul suo ingresso. Notevoli le concrezioni. Anche questa grotta è raggiungibile soltanto via mare. A Sadali si trova la grotta Is Janas, che deve il nome alla leggenda secondo la quale sarebbe stata la dimora di tre janas, creature mezze fate e mezze streghe. La grotta è impreziosita dalla presenza di una piccola cascata, che forma un laghetto immerso in un bosco. La grotta si apre davanti a una rigogliosa
foresta di lecci.

La grotta Su Marmuri si trova a Ulassai, in Ogliastra, ed è considerata una delle più imponenti di tutta Europa: la volta, infatti, in alcuni tratti raggiunge i 70 metri. La cavità i trova a 880 metri di altitudine e si distende per ben 850 metri interamente visitabili. La visita inizia discendendo 200 gradini e prosegue poi lungo un comodo sentiero pianeggiante che permette di ammirare vasche d’acqua e imponenti gruppi di stalattiti e stalagmiti.

 

 

 

 

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