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Benessere sessuale, di che cosa si tratta e perché è importante: ne parliamo con la psicologa Michela Pia

di Matilde Bella

Michela Pia, classe 1999, è originaria di San Gavino, ma dal 2017 vive a Cagliari per motivi universitari. Abbiamo deciso di intervistarla per la sua interessante missione: il benessere sessuale.

– Cominciamo con una domanda conoscitiva: hai studiato scienze e tecniche psicologiche ma, quando hai deciso che la sfera sessuale sarebbe stata la tua area di interesse primario? Come hai approfondito gli studi e l’esperienza che ti ha dato la possibilità di acquisire le giuste competenze in questa strada da percorrere?

Era dicembre 2019, stavo per chiedere la tesi alla docente con l’idea di presentare il progetto già sviluppato nelle sue componenti per essere più convincente. Volevo occuparmi di qualcosa che fosse di interesse per tutti, anche perché non volevo dedicare il tempo di una tesi a qualcosa che non mi affascinasse. Penso siano poche le tematiche così intriganti come la sfera sessuale umana che si incastrano perfettamente con la psicologia, e mi piace mettermi in gioco con argomenti ostici. Dunque, tutto è partito con la banale osservazione di come tantissime persone abbiano difficoltà a vivere serenamente la propria sessualità, a causa della cultura demonizzata e ritenuta qualcosa di cui non si deve parlare a voce alta. La tesi triennale ha il titolo “Educazione sessuale a scuola”, che poi ho ripreso e approfondito nella tesi magistrale. Inizialmente la mia cultura sul tema si è basata sulle banche dati da cui traevo gli articoli scientifici, poi ho acquistato e letto vari manuali e infine ho deciso a settembre 2022 di iscrivermi ad un master di consulenza sessuale ed educazione all’affettività. Come mi son accorta degli effetti della mancata educazione sessuale? I social ne son la dimostrazione più evidente. Specifico: le persone che non sanno porsi educatamente e rispettosamente nei confronti degli altri hanno, a mio parere, oltre una certa dose di arroganza e frustrazione per alcuni, una mancanza di educazione alle relazioni. Le relazioni, possiamo dire che siano alla base del sesso. Quindi, se non si è in grado di rapportarsi correttamente alle persone anche solo in una normale conversazione, nella sessualità le problematiche potrebbero aumentare. La comunicazione è il pilastro fondamentale nel sesso e nelle relazioni di qualsiasi livello. In questo momento mi definisco una divulgatrice e content creator sul benessere sessuale, nell’attesa di concludere il master e operare come consulente sessuale.

– Quali sono le problematiche che hai riscontrato come più frequenti?

La problematica generale è la mancanza di educazione sessuale che si manifesta nell’incapacità di comunicare attivamente al partner i propri desideri e fantasie, nella difficoltà a capire l’importanza del consenso perché mi è capitato di intraprendere anche discussioni con chi voleva “incastrare” la partner in certe situazioni solo per le proprie fantasie sessuali. Per queste cose mi imbestialisco! Il rispetto che manca è ciò che più mi preoccupa e su cui mi preme tanto intervenire. Rispetto per sé stessi in primis, per il proprio benessere, ma anche per il benessere dell’Altro, per me come consulente, per il partner, per l’amic* di giochi. Le coppie, ad esempio, iniziano a non rispettarsi quando non comunicano fra loro, e così la loro relazione e i loro rapporti sessuali iniziano a diventare insoddisfacenti. Puntualmente poi la si finisce per guardare altrove. Se si parla, almeno è possibile venirsi incontro; talvolta manifestare anche i propri sentimenti e le proprie emozioni “negative” (attenzione, nessuna emozione è veramente negativa, hanno tutte un significato e uno scopo) permette all’altro di entrare in connessione con noi. L’altro gravissimo problema è derivato dal nostro sistema di istruzione. Se le scuole non si muovono singolarmente i ragazzi e le ragazze continueranno a vedere solo le tre classiche figure del consultorio. Poi crescono e se i genitori o altre figure di riferimento non hanno provveduto ad istruire non sanno che mano darsi. Non sanno che esiste un medico specializzato nell’apparato genitale maschile, nonché l’andrologo, non sanno che l’urologo si occupa di uomini e donne e non sanno che la visita di controllo per la salute dell’apparato riproduttivo maschile non è solo la visita prostatica. E soprattutto non conoscono la figura del consulente sessuale, un operatore che guida le persone ad affrontare tematiche sessuali sia di coppia che individuali e che attraverso le consulenze, accompagna il cliente a comprendere quale sia il giusto approccio ed il giusto professionista per il raggiungimento di condizioni di benessere personale e di coppia. Quando richiedere una consulenza? Quando si prova disagio legato all’attività sessuale, per esempio nei casi in cui si sperimenta frustrazione, inadeguatezza, ansia, o si prova un “blocco” a causa di una difficoltà sessuale, oppure se si manifesta un sintomo che impedisce o rende spiacevole l’esperienza erotica. Durante una consulenza si fanno dei colloqui conoscitivi e se necessari dei test diagnostici. Alcuni interventi si concludono in pochi incontri, altri necessitano di un proseguo con una terapia sessuologica o psicoterapia.

– Quali sono state le curiosità più comuni verso chi si è interessato al tuo mondo?

Statisticamente la domanda più gettonata è stata: “Masturbarsi fa male? E per quante volte al giorno rientra nella normalità?” Seguono tantissime domande relativamente all’ansia da prestazione e sull’eiaculazione precoce (che spesso gli uomini si autodiagnosticano senza sapere che per parlare di EP devono essere rispettati dei criteri diagnostici, perciò la maggior parte crede di avere un disturbo da curare che non ha). Altre domande invece vertevano sul desiderio o sulle fantasie verso altre persone fuori dalla coppia o se fosse sintomo di un problema nella coppia sentire il desiderio di praticare la masturbazione nonostante i rapporti sessuali soddisfacenti. Il resto invece son i classici problemi di cuore in cui praticamente almeno una volta nella vita ci siam ritrovati tutti. In generale, posso dire di aver ricevuto domande sui più disparati argomenti (sesso orale, sesso anale, categorie porno, sex toys, threesome, fantasie sessuali, bdsm) e se vi va di leggerle anche voi, vi invito a seguirmi sulla pagina “cose.psico”. Aggiungo che mi è stato chiesto anche se conoscessi dei professionisti come urologi, andrologi, ginecologi e psicologi e spesso, dinanzi a certe situazioni, sono stata io a rimandare loro da queste figure. A tal proposito mi sto muovendo per creare un team di fiducia a cui posso inviare chi mi scrive e che ha bisogno di un supporto o un consulto che non è di mia competenza.

– Domanda scomoda: essere una donna, ancora oggi, è un ostacolo per parlare e trattare liberamente questi temi a livello lavorativo?

Non mi è mai piaciuto fare questioni di genere, e in questo caso, essere uomo o donna non esula dal ricevere certi commenti. Essere una donna che parla liberamente di sessualità non è un problema oggi, ma lo è sempre stato. Posso dire che è facilmente fraintendibile la libertà di parlare di sessualità con la disponibilità a fare sesso, ma è fraintendibile solo per quella fetta di persone che hanno una visione non propriamente positiva del sesso (e forse anche di chi se lo vive serenamente). Ma questo non mi spaventa, se non ci fossero problemi il mio lavoro non avrebbe ragion d’esistere, anche se preferirei lavorare sulla prevenzione anziché dover ricordare quale sia il mio ruolo a chi non conosce i professionisti della salute sessuale. Qualcuno ignorantemente potrebbe deridere i sex workers, o paragonarmi ad essi, quando in realtà il porno soddisfa dei bisogni psicologici e sessuali che altrimenti tanti non saprebbero come soddisfare, quindi ci servono! L’ostacolo più grande non è trattare questo tema, ma far comprendere alle persone la necessità di prendersi cura del proprio benessere, a 360 gradi. Il benessere sessuale non è solo avere rapporti sessuali e avere orgasmi, perché pensare alla sessualità con riferimento esclusivamente fisico è riduttivo e poco realistico. Vorrei indurre una riflessione sull’aspetto psicologico che si cela dietro l’identità, nei ruoli di genere, nei pensieri, nelle fantasie, nei desideri, negli atteggiamenti.

– Quali strategie comunicative hai scelto per portare avanti questa missione in maniera efficace?

Penso che l’idea più geniale sia stata, con i suoi pro e contro, dare la possibilità alle persone di scrivermi anche anonimamente, sfruttando attivamente l’applicazione NGL (indicando un link che rimanda ad un box domande anonimo a cui possono accedere tutti) oppure dai profili “falsi” così da non essere costretti a mostrare la propria identità. Spesso mette più imbarazzo metterci la faccia per fare domande più banali come chiedere quali marche di preservativi siano migliori per una maggiore sensibilità, oppure quanto siano importanti le dimensioni o se è vero che masturbarsi faccia male. Il contro di ciò è scontato: se si lascia l’opportunità alle persone di non essere riconosciute, queste si sentiranno libere di dare il peggio di sé. Avevo iniziato con la mia pagina lasciando il box domande a tema (es. esperienze imbarazzanti) a cui ho risposto pubblicamente. Qualche anonimo poi si è svelato privatamente e l’ho interpretato come un enorme segno di fiducia nei miei confronti. Sfrutto sia il mio profilo personale che quello dedicato “cose.psico” per permettere alle persone di scrivermi per avere chiarezza sui loro dubbi. Per ora, essere me stessa con la mia più totale spontaneità mi ha portato a conoscere centinaia di persone e conoscere le loro storie, concedendomi un pezzo così importante della loro vita, e questi sono rinforzi positivi per continuare questo percorso. Inoltre, si è creata una forte community che interagisce costantemente e che spesso arriva in mio soccorso con altri punti di vista o soluzioni a cui non avevo pensato. Credo che la mia spontaneità e la franchezza siano i miei punti di forza, vedere e sentire una persona che parla di argomenti, a volte imbarazzanti, con serenità è efficace per trasmettere certi messaggi.

 

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