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Lo sapevate? A Guasila è esistita una strega che si chiamava Maria Podda

Immagine di repertorio

In Sardegna tra le leggende più conosciute ci sono sicuramente quelle legate alla figura della bruxia (la strega), che a seconda delle zone viene chiamata anche con altri appellativi. 

Di una di queste bruxie si conoscono il nome e la provenienza grazie ai verbali riportati nell’opera di Luigi Solinas “Inquisizione sarda nel ‘600 e ‘700: denunce al Santo Officio”.

Si tratta di Maria Podda, originaria di Guasila.

Secondo quanto riportato, la donna operò in vari paesi della Trexenta, ma anche a San Sperate e a Cagliari, tra il 1734 e il 1742. Il nome della donna è riportato ben 14 volte nei verbali di denuncia, raccolti dai cosiddetti Calificadores, che ai tempi dell’inquisizione spagnola erano i ministri preposti a verificare se le professioni di fede o il comportamento degli inquisiti fossero in linea con i principi del tempo.

La donna, tuttavia, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non faceva malefici, ma – stando ai verbali – avrebbe compiuto diverse azioni destinate ad aiutare le persone che richiedevano il suo intervento, ricevendone dunque un beneficio. 

La bruxia venne accusata più volte di aver compiuto delle “fatture”, volte a eliminare il malocchio, “praticando la medicina dell’occhio, con successo”. Un altro fatto riportato nei verbali riporta come Maria Podda a Senorbì “intendeva guarire la moglie del denunciante tramite alcune magie”.

La sua pratica non si limitava solo ad eliminare le malattie, ma variava su più campi. Si occupava, per esempio, di sortilegi d’amore, oppure di evitare l’arresto dei suoi protetti, come in un fatto realmente accaduto a Suelli, quando “Porqueddu residente a Suelli riferì che due anni prima Maria Podda aveva evitato l’arresto di un uomo con magie basate su terra e ossa umane”. Oppure vi fu chi, tramite la sua intercessione, evitò il licenziamento.

Si parlava di lei anche a Cagliari, come riportato dal subdiacono di Sorgono, Antonio Maria Carta, che la vide nel capoluogo sardo durante la notte, scalza per le vie di Stampace mentre “faceva sulla terra con il dito segni a forma di croce”.

Purtroppo, non è dato sapere quale sia stata la sorte toccata alla donna, anche se si ipotizza possa essere stata di volta in volta allontanata dai luoghi nei quali operava, anche perché l’Inquisizione Spagnola al tempo era ormai al tramonto e inoltre non risultò mai altamente severa con la figura de sa bruxia.

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