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Lo sapevate? La scalinata Potëmkin di Odessa, oggi scenario di guerra, fu progettata da un sardo

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A Odessa, una delle città più belle e importanti dell’Ucraina oggi scenario di guerra, c’è una delle scalinate più celebri del mondo.

Si tratta della “Scalinata Potëmkin”, di cui in queste ultime ore si sta parlando molto. La scalinata è stata infatti transennata con il filo spinato e interdetta al pubblico perché insieme alla città affacciata sul mar Nero costituisce uno degli obiettivi strategici della Russia.

Ma la scalinata è molto conosciuta per tanti motivi: storici, artistici, cinematografici e – almeno in Italia – comici. Nel 1905 fu teatro della sanguinosa repressione da parte dei Cosacchi dell’esercito dello Zar ai danni della popolazione che fece scoppiare la rivolta dopo l’ammutinamento dei marinai della Corazzata Potëmkin. Quando i bolscevichi salirono al potere la scalinata prese proprio il nome della corazzata che si ribellò allo Zar ispirando le rivolte popolari.

Proprio quell’evento storico fu al centro di un film considerato tra i più importanti della storia del cinema, “La corazzata Potëmkin” di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, cineasta russo nato in Lettonia tra i più influenti del cinema sovietico tra gli anni ’20 e gli anni ’40.

In Italia divenne celebre anche per il grande pubblico grazie alla satira di Paolo Villaggio. Ne “Il Secondo Tragico Fantozzi” è il film preferito del “megadirettore”, il professor Guidobaldo Maria Riccardelli, che costringe gli impiegati a vederlo per ore in orario extra-lavorativo. Immortale il “giudizio critico” affibbiato dal ragionier Fantozzi in un momento di eroica libertà: “È una cagata pazzesca”.

IL MONUMENTO PROGETTATO DALL’ARCHITETTO FRANCESCO BOFFO

Al netto di questi necessari preamboli di contesto c’è un dettaglio sulla scalinata ucraina che riguarda la Sardegna. Già, perché fu progettata da un architetto nato nell’Isola. Si tratta di Francesco Boffo, che ebbe i natali a Orosei nel 1790. Boffo disegnò numerosi edifici di Odessa a cavallo tra gli anni ’20 e gli anni ’60 del XIX secolo. Divenne anche capo architetto del comune ucraino dal 1822 al 1844. La scalinata, completata nel 1841, fu la sua opera più importante. È composta da oltre 200 scalini, originalmente costruiti in marmo verde italiano, poi, dopo essere stati erosi dagli agenti atmosferici, sostituiti da scalini di granito rosa proveniente da cave ucraine. È lunga 142 metri ma dà l’impressione, per un effetto ottico, di essere molto più estesa.

 

 

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