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Nel 1917 in Sardegna una chiesa romanica fu smontata e ricostruita completamente da un’altra parte: ecco quale

Nel 1917 iniziarono i lavori per la costruzione della diga di Santa Chiara,per realizzare quello che sarebbe poi diventato il più grande lago artificiale d’Europa: il Lago Omodeo, che prese il nome dall’ingegnere che lo progettò. Il suo scopo era quello di produrre energia elettrica e di sfruttare le acque del Fiume Tirso per irrigare il Campidano. Dove però sarebbe dovuto sorgere il lago c’era una paesino, Zuri con la bellissima chiesa romanica di San Pietro Apostolo.

La chiesa fu costruita per volontà di Mariano II d’Arborea, progettata come si legge nell’epigrafe del prospetto, da Anselmo da Como. Nella stessa epigrafe, oltre al nome dell’architetto, è riportata anche la data della consacrazione della chiesa: 1291. La chiesa è costituita in pietra da taglio. Nella facciata tre arcate a pieno centro poggiano su pilastri; l’architrave del portale è scolpita con figure della Madonna, di San Pietro e di altri santi. Visto il valore storico della chiesa fu deciso che venisse letteralmente smontata pietra per pietra e ricostruita nel territorio di Ghilarza dove si trova attualmente. Anche il piccolo borgo fu ricostruito più a monte. I lavori terminarono nel 1923, e nell’aprile del 1924 si tenne l’inaugurazione alla presenza del re Vittorio Emanuele III. Nel febbraio del ’41 la diga fu bombardata dagli inglesi e nel 1997 è stata costruita una diga molto più capiente, la diga Eleonora D’Arborea.

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