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Lo sapevate? La cantante sarda Marisa Sannia ebbe uno straordinario successo a Sanremo nel 1968

Lo sapevate? La cantante sarda Marisa Sannia ebbe uno straordinario successo a Sanremo nel 1968.

Marisa Sannia fu una personalità fuori dal comune, con il suo modo di porsi aggraziato, elegante e riservato che le valse l’appellativo di “La gazzella di Cagliari”. nel 2020 al Festival di Sanremo è stata ricordata e citata da Roberto Benigni in occasione del suo monologo.

La Sannia nacque ad Iglesias il 15 gennaio del 1947 e mosse i suoi primi passi  nel mondo della musica come voce femminile di un gruppo cagliaritano. La musica non fu la sua unica passione.

Negli anni giovanili si dedicò anche allo sport e divenne una campionessa di basket del CUS Cagliari. Il suo debutto nel panorama musicale nazionale avvenne quando si classificò seconda ad un concorso indetto dalla Fonit Cetra e in seguito vinse anche un concorso Rai per voci nuove con il quale ottenne contratto discografico quadriennale. La sua era una voce diversa e per questo motivo le sue scelte ricaddero non sui compositori più votati, ma su Sergio Endrigo, cantautore e vincitore del Festival di Sanremo, che divenne il suo produttore e guida nel mondo della musica leggera. Fu proprio Edrigo a convincerla delle sue capacità sia musicali che artistiche.

Partecipò a Canzonissima, al Festivalbar classificandosi terza e nel 1968 debuttò al Festival di Sanremo in coppia con Ornella Vanoni, con il brano Casa bianca che vendette 500.000 copie. La partecipazione a Sanremo le spalancò anche le porte del panorama musicale internazionale. In quegli anni, tra la fine degli anni Sessanta e Settanta partecipò a numerose manifestazioni canore, ottenne grande successo, ma presagendo l’esaurirsi della propria stagione canora pensò di dedicarsi al teatro. Dotata di particolare sensibilità, Marisa Sannia amava la musica, la poesia e la lingua sarda e questa sua passione la portò negli anni successivi ad avvicinarsi ai poeti sardi Francesco Masala, Antonio Casula e Antonio Canu sui testi dei quali elaborò melodie che diedero vita ai suoi capolavori: “Sa oghe de su entu e su mare”, “Melagranada”, “Nanas e janas” che si avvarranno anche della collaborazione dell’artistica di Maria Lai.

 

La Sannia in coppia a Sanremo con la Vanoni.

Il brano “Sa oghe de su entu e su mare” non era solo il titolo di un album ma il suo vero manifesto poetico.

«Un canto profondo, molto più profondo di tutti i pozzi, di tutti i mari del mondo, ancora più profondo del cuore che oggi lo crea, della voce che oggi lo canta» scriveva Garcia Lorca, i cui versi furono oggetto di studio della cantante sarda.

Marisa Sannia, nella brochure del suo ultimo musical, definì così la sua poetica, aggiungendo alle parole di Garcia Lorca le sue: «Il suono della lingua, la magia della parola portano sul cammino della poesia, tra memoria e sogno. Musiche, suoni, parole che si snodano come trame e disegni toccando i sentimenti profondi e misteriosi dell’anima. Melodie mediterranee, solari, si fondono con le parole in atmosfere dove è difficile distinguere l’antico ed il contemporaneo, la lingua, il poeta, il compositore e l’interprete».

Negli ultimi anni di vita l’artista si dedicò infatti proprio alla poesia del poeta spagnolo Federico Garcia Lorca. Questo sarà l’ultimo suo testamento prima della morte che avvenne improvvisamente a Cagliari il 14 aprile del 2008 a causa di un male incurabile.

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