Lo sapevate? L’ultima persona che cercò di salvare Alfredino Rampi era un sardo di Gavoi: l’Angelo di Vermicino.
Il 10 giugno del 1981, un drammatico evento si consumò vicino a Roma, quando il piccolo Alfredino Rampi cadde in un pozzo artesiano profondo e angusto, in un disperato tentativo di salvataggio che avrebbe coinvolto molti. In quella tragica vicenda, accanto ai soccorritori, c’era anche un uomo sardo, Angelo Licheri, un uomo dal coraggio straordinario e dal fisico incredibilmente flessibile, tanto da sembrare un contorsionista. Fu proprio lui, con la sua tenacia e audacia, a scendere nel buio delle viscere della terra, spinto dalla speranza di poter afferrare il polso esile del bambino e portarlo in salvo, fuori da quell’incubo senza fine. Nonostante la sua determinazione e il suo coraggio, l’impresa non ebbe il successo sperato e il piccolo Alfredino rimase intrappolato, rendendo quella missione di salvataggio uno degli episodi più drammatici e commoventi della storia recente, un’impresa impossibile che rimase nella memoria collettiva come simbolo di disperazione e speranza.
E da allora questo eroe sfortunato si porta nella mente le cicatrici di una tragedia assurda. Tragedia entrata in qualche modo nella storia d’Italia: è ancora la più lunga diretta televisiva della Rai, che trasmise le immagini a reti unificate indugiando sul presidente della Repubblica Sandro Pertini, che volle seguire personalmente le operazioni di soccorso.
Quell’uomo per una notte tenne venticinque milioni di italiani con il fiato sospeso. Si calò nel pozzo per tirare su il bimbo incastrato, ma non riuscì a salvarlo. Giunto a trenta metri sotto terra Angelo arrivò persino a stringere il braccio esile di Alfredino. I due si parlarono, Angelo provò a consolarlo ma la presa cedette. La fine di ogni speranza: il piccolo morì alle 6,30 del 13 giugno.
Angelo Licheri è morto il 18 ottobre 2021.