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Lo sapevate? Le tribù nuragiche ai tempi dei romani erano tante e diverse. Ecco i loro nomi

Si fa presto a dire “Sardi”. La popolazione dell’Isola, che oggi si può considerare a tutti gli effetti una “Nazione senza Stato”, con un popolo, una lingua, un’identità e un territorio molto ben delimitato, non è sempre stata così omogenea.

Per tanti millenni, come tutti gli altri popoli del Globo, è stata divisa in tribù ben distinte tra loro e spesso anche rivali. Fu con l’avvento dei Romani che abbiamo per la prima volta traccia scritta della conformazione demografica della Sardegna.

Gli storici dell’Antica Roma si dilungarono parecchio nel descrivere i popoli conquistati, le loro tradizioni e le loro caratteristiche. Grazie a questi scritti possiamo oggi ricostruire i nomi e le provenienze delle diverse tribù nuragiche, la maggior parte delle quali venne sottomessa proprio dal dominatore arrivato dall’altra sponda del Tirreno. E’ stato poi Giovanni Lilliu a tracciare un quadro completo delle diverse popolazioni.

Il professore suddivise principalmente l’Isola in  tre civiltà distinte: gli Iolei (O Iliesi/Iliensi) nel Sud e Centro Sardegna, praticamente dal sud fino all’inizio del Goceano; i Balari nell’attuale Logudoro, nel Sassarese e nel Marghine e i Corsi in Gallura.

I primi sarebbero stati una popolazione indigena e stabilita in Sardegna fin dal Neolitico. Al suo interno sono individuabili diverse entità etniche. I Balari sarebbero stati invece una popolazione di origine indoeuropea, probabilmente arrivati nell’Isola dall’Europa occidentale e imparentati geneticamente con le popolazioni delle Baleari. Il terzo gruppo invece proveniva probabilmente dalla vicina Corsica, anche se forse la loro origine era ligure. Questi ultimi si stabilirono in Gallura, dando origine a quella specificità della zona che ancora oggi si può percepire dalla lingua e da alcune tradizioni.

All’interno di questi macrogruppi se ne possono individuare diverse decine:

 

 

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