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Alla Fonsarda la piazza dedicata al povero Aldo Scardella: la triste storia di un innocente

Dal 2008 è stata dedicata una piccola piazza ad Aldo Scardella, il giovane protagonista di un terribile dramma giudiziario, che lo ha portato a morire suicida in carcere da innocente.

La piccola targa è stata scoperta nel 2008, ai tempi della giunta Floris, recitando semplicemente “Piazza Aldo Scardella: 9 gennaio 1961-2 luglio 1986”, in uno spicchio del parco Giovanni Paolo II, accanto a via dei Donoratico.

A levare il drappo di velluto di porpora dal rettangolo di ceramica è stata la madre del giovane, Maria Falconi. Dietro, un terribile errore della giustizia sarda. Tra i presenti all’inaugurazione della piazza anche il fratello Cristiano.

Nella sera del 23 dicembre 1985 il giovane 25enne cagliaritano venne arrestato con l’accusa di aver partecipato, insieme ad alcuni complici, alla rapina del Bevimarket, durante la quale il titolare Giovanni Battista Pinna rimase ucciso a colpi di pistola.

Secondo gli inquirenti, a “inchiodare” il giovane è stato il ritrovamento di uno dei passamontagna in un giardino a due isolati di distanza da casa sua, nella zona della Fonsarda.

Nonostante l’esito negativo di una perquisizione avvenuta all’alba del 26 dicembre 1985, nella sua abitazione, della perizia sul passamontagna che non evidenziò alcun legame con l’accusato, e nemmeno il guanto di paraffina evidenziò presenza di polvere da sparo, il p.m. Sergio De Nicola, ne ordinò l’arresto.

Inizialmente rinchiuso nel carcere di Buoncammino, nei giorni successivi fu trasferito in regime di isolamento nel carcere di Oristano. I parenti per dieci giorni furono tenuti all’oscuro della località nella quale era stato portato il ragazzo e per sette giorni gli fu impedito di nominare un legale.

Il giovane provò in ogni modo a gridare la propria innocenza, ma stremato psicologicamente, dopo 185 giorni di detenzione, il 2 luglio 1986 decise di farla finita. Solamente 10 anni dopo, grazie a un testimone, sarebbero stati scoperti i veri colpevoli.

Oggi, a distanza di 35 anni, quella piazza lo ricorda ancora. E nel suo giardino un grande “cuore verde”, composizione floreale, vuole essere ancora un imperituro omaggio a una vittima innocente.

 

 

 

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