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Sono sarda e non mi piace andare al mare. Cercasi beach hater per rispettosa condivisione

Ebbene sì, sono sarda, nata a pochi passi dal mare, cresciuta trascorrendo le estati sulla spiaggia e venuta su con il profumo della salsedine e l’acqua salata. Poi, superati gli anta e con la consapevolezza di riuscire a sopportare qualunque critica, ho detto basta e l’ho ammesso anche in pubblico: a me andare al mare non piace e ora vi spiegherò il perché ben consapevole che tra voi, troverò altri amici beach hater.

Preme fare una precisazione: non è che odi il mare, ci mancherebbe, come potrei. Quel che non amo è andarci. Pensiamo a una giornata al mare tipo: mi sveglio e so già che dovrò correre più di chiunque altro per trovare un posto libero vicino alla battigia se no, sai che caldo. E già l’ansia sale. Colazione leggera (ansia num. 2) e preparazione della borsa. Qui si dovrebbero avere diversi paragrafi a disposizione perché le tempistiche e la pesantezza in fatto di chili da portarsi dietro è direttamente proporzionale alla presenza o meno di neonati, bambini, adolescenti. Nel primo caso si tratta di un trasloco, nel secondo di un carico nettamente più leggero e nel terzo di armarsi solo di santa pazienza.

Una volta caricata la macchina di la qualunque oggetto, la pressione già inizia a scendere e neanche mi sono messa alla guida. La colazione leggera inizia a produrre i suoi effetti nefasti. Dopo un percorso più o meno lungo e tortuoso, faticoso e trafficato ecco all’orizzonte quello che nei post su Instagram viene definito il nostro Paradiso. Che si, ci mancherebbe altro, Paradiso lo è, ma con una passata di Photoshop per depennare le duemila persone in un mq di arenile, quantomeno nella stagione estiva.

Ma ormai il danno è fatto ed eccomi qui. Trascinandomi con borsone tra la sabbia ustionante cercando di non calpestare i presenti, cerco un piccolo spazio vitale per respirare e finalmente sedermi. Trovatolo, comincia il can can metti crema, togli maglietta, lancia ciabatte, riprendi ciabatte finite sopra settimana enigmistica del vicino. “Mamma dov’è la maschera, mamma ho già fame, mamma non ti rispondo più perché non ti sto già ascoltando da un bel po’”. Dopo aver espletato tutte le richieste genitoriali, finalmente posso tracollare. Ma cavoli, in spiaggia c’è sempre troppo sole, troppa sabbia, troppo caldo, troppa gente, l’acqua sempre troppo fredda (per ciò che mi riguarda).

Ed ecco qual è ora il problema principale: la gente. Troppa, ovunque. Ascoltano musica, parlano a voce alta, schizzano, corrono, qualcuno esala effluvi di scarsa qualità, mangiano, si fotografano in posizioni che mai avresti pensato esistessero. Piccole creature che piangono, giocano lanciando oggetti e sabbia, si lamentano in continuazione. Come dar loro torto.

E adesso che faccio? Mi siedo, leggo un po’. Chatto. Fisso punti nel vuoto. Mi alzo e faccio due passi, proprio due perché se ne faccio tre schiaccio qualcuno. Provo a fare il bagno ma per me c’è sempre troppo freddo e si, rischio l’assideramento a luglio in Sardegna: voi non lo sapete ma è un pericolo molto grave. Indi per cui subentra istantaneamente la noia mortale.

La pressione ora è a livelli di un collasso e tiro fuori qualcosa da sgranocchiare. Come locuste di Ottana ecco che le creature arrivano e si spazzolano l’unica tua fonte di salvezza e sopravvivenza. Ma adesso basta, si rincasa. L’alluce destro, l’unico che ha toccato l’acqua, ha bisogno di una doccia rigenerante e lo stomaco, totalmente vuoto, di essere rifocillato.

E riparte il valzer: cerca maglietta, metti ciabatte, raccogli maschere, occhialini e eventuali rifiuti, asciugamani ricolmi di sabbia, sederi bagnati da incellophanare prima di entrare in macchina, lamentele, pressione non pervenuta, “dr Grey scarica”. Tempo di permanenza in spiaggia: 1 ora e mezzo.

La verità è che, essendo nata a pochi passi dal mare, cresciuta trascorrendo le estati sulla spiaggia e venuta su con il profumo della salsedine e l’acqua salata, il mare ce l’ho dentro. E allora: perché ostinarsi a cercarlo fuori? Io infatti ho detto basta. Voi?

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