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Monumenti sardi: il nuraghe di Santu Antine, uno degli esempi di architettura megalitica più grandiosi d’Europa

Monumenti sardi: il nuraghe di Santu Antine, uno degli esempi di architettura megalitica più grandiosi d’Europa.

Andiamo alla scoperta di quella che viene considerata una delle testimonianze più significative lasciateci in eredità dalla misteriosa civiltà nuragica.

Il complesso nuragico di Santu Antine, gigantesca struttura di pietra risalente a 3500 anni fa, si trova nella sub regione del Logudoro, nella parte nord-occidentale della Sardegna, nel territorio comunale di Torralba (a quattro chilometri dal paese, a tre dalla statale 131).

Il complesso monumentale risale al XV sec. a.C. caposaldo importantissimo di tutto il sistema insediativo della Valle dei Nuraghi, rappresenta la sintesi e l’apogeo dell’architettura di età nuragica.

Come riporta il sito ufficiale del monumento, stiamo parlando di uno dei più importanti edifici antichi della Sardegna. Intorno al nuraghe si estende il villaggio nuragico, solo in parte scavato.

L’edificio è intitolato all’imperatore e santo bizantino Costantino, e il nuraghe è noto come sa Domu de su Re, in riferimento alla maestosità e alla teoria che vi risiedesse il capo tribù. Nessuno tra le migliaia di nuraghi ancora esistenti raggiunge tale livello di elaborazione e raffinatezza.

Sul complesso svetta la Torre centrale – o Mastio – la cui altezza originaria superava i 25 metri. Si tratta di uno degli edifici più alti dell’Antichità preclassica: la torre centrale (mastio), oggi raggiunge i 17 metri e mezzo, ma come detto si stima superasse abbondantemente i 20 metri (più alti, tra quelli conosciuti, solo il nuraghe Arrubiu di Orroli, in Sardegna, e le piramidi egizie). La pianta è un triangolo equilatero. Sugli angoli si ergono altre tre torri laterali. La struttura è realizzata con blocchi basaltici murati a secco, imponenti e irregolari alla base, progressivamente più piccoli e sagomati verso la sommità.

La muratura esterna segue un andamento curvilineo, con filari disposti in corsi orizzontali.
All’interno si sviluppano lunghi corridoi, camere, scale semplici ed elicoidali per raggiungere gli ambienti superiori, silos per conservare le derrate e un sistema di pozzi. Un vero e proprio dedalo di ambienti, che rendono la struttura simile a una vera e propria fortezza.

Prima fu costruita la torre centrale, poi il bastione trilobato, infine il villaggio attorno. Per ora sono state scavate 14 capanne circolari ed edifici rettangolari testimoni del riuso in epoca romana. L’insediamento era ben più esteso, la parte indagata sarebbe un decimo dell’estensione originaria. Le capanne conservano sedili, focolari, tramezzi e stipetti.

L’ingresso principale si affaccia sul cortile dove si innalza il Mastio, del quale si conservano integralmente solo la prima e la seconda camera; sulla parete si aprono ben 7 accessi monumentali disposti simmetricamente, e dai quali si possono raggiungere i diversi ambienti anche al primo e al secondo piano. Alle due estremità del cortile ci sono gli ingressi delle torri Ovest ed Est: in ciascuna di queste camere, un altro varco le collega, mediante monumentali corridoi, alla torre Nord.

Dal piano terra del Mastio si sale lungo la scala elicoidale e si raggiunge la camera del primo piano che, come quella sottostante, ha la copertura a tholos. Le linee geometriche dello schema planimetrico del piano inferiore, sono riproposte anche al piano superiore: solo la Torre Centrale aveva un ulteriore livello, oggi ridotto a pochi filari.

 

I reperti delle varie campagne di scavo sono esposti nel Museo della Valle dei Nuraghi nel Logudoro Meilogu, nel centro urbano di Torralba in via Carlo Felice, 143.

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