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Lo sapevate? In Sardegna vive la martora sarda: animale agile e rapido, predatore eccellente

“Grassimile”, “assile”, “cassibi”, “ibirru”, “irbirru” e “sbirru”, questi alcuni dei nomi in “Limba” per indicare la martora. Questo animale sarebbe stato introdotto in Sardegna dall’uomo in epoche remote; essenzialmente carnivoro, è distribuito in tutta la penisola italiana, anche se gli avvistamenti sono più frequenti nel Centro-Sud.

Si tendeva nell’Isola a considerare una sottospecie della “Martes Martes”, la cosiddetta “Martes Martes Latinorum”, ma questa distinzione è stata considerata erronea.

Nel Mediterraneo questa specie è presente anche in Sicilia, nell’Isola d’Elba e nelle Baleari, invece nella vicina Corsica è dubbia la sua esistenza.

Animale agile e rapido ha delle dimensioni maggiori rispetto alla donnola, che si aggirano tra i 40 e i 55 cm, il peso varia tra 1 kg e 1,5 Kg. Il suo aspetto appare elegante e aggraziato con il corpo snello e allungato, la pelliccia lucida è di un colore marrone scuro nella sua totalità, tranne il petto ben visibile di colore giallo o arancio. Il muso si presenta lungo e le orecchie sono rotonde, le zampe corte ma poderose dotate di forti artigli, la coda lunga e voluminosa è fondamentale per i suoi rapidi movimenti.

Vive prevalentemente nei boschi folti tra la vegetazione, anche se in Sardegna, vista la mancanza di competitori, il suo habitat si estende alla macchia mediterranea e alle zone coltivate.

Eccellente predatore, si nutre non solo di animali di piccola e media taglia, come roditori, nella sua dieta sono compresi anche conigli e lepri. Non disdegna insetti come coleotteri ed ortotteri, inoltre si nutre di frutti e bacche selvatiche.

La sua agilità e rapidità sono proverbiali, riesce a compiere lunghi balzi da un ramo ad un altro, e molte volte sfinisce le sue prede dopo estenuanti corse. Animale solitamente notturno, durante le ore diurne si rifugia spesso nelle fronde degli alberi.

La propria tana è ricavata tra le radici o le cavità degli alberi e negli anfratti rocciosi, in luoghi difficilmente visibili. Ha una vita solitamente che non supera la decina d’anni, anche se in cattività si è riscontrata un’esistenza un po’ più lunga.

La maturità sessuale viene raggiunta a circa due anni, il periodo dell’accoppiamento è riscontrabile in piena estate, con una gravidanza della durata di otto o dieci mesi, con una prole fino a cinque esemplari.

Il parto avviene all’inizio della primavera quando il clima è più mite e ci sono maggiori possibilità di sostentarsi per l’allattamento. Questo avviene per circa due mesi, con i piccoli esemplari che si rendono indipendenti a partiredal terzo mese.

Il maschio di martora adulto ha un territorio esclusivo che mantiene e difende per assicurarsi le risorse alimentari per il proprio sostentamento. Il suo “lembo di terra” non si sovrappone a quello di un esemplare adulto dello stesso sesso, ma lo condivide con una o più femmine. I giovani maschi possono essere presenti nello stesso territorio parentale fino a quando non raggiungono la maturità sessuale.

La martora è una specie considerata rara a livello regionale, in quanto è sempre maggiore la riduzione degli habitat, causati dall’antropizzazione dei territori e dagli incendi.

Animale considerato nocivo dagli avicoltori, in quanto spinto dall’istinto predatorio in caso di necessità può attaccare e creare notevoli danni ai pollai.

 

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