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Lo sapevate? Il caso della misteriosa mummia di Stampace

1. mummia femminile

Mummia femminile di inizio Ottocento ritrovata nella chiesa di San Francesco di Stampace

Il ventre gonfio, la lingua stretta tra i denti in una smorfia di dolore e segni di pressione attorno al collo. Si presenta così la mummia femminile rinvenuta nel 1876 tra le rovine della chiesa di San Francesco di Stampace e oggi conservata nel Museo Sardo di Antropologia e Etnografia di Monserrato. Ma quali furono le cause della morte? Omicidio o un caso di malasanità tutto ottocentesco?

All’epoca del ritrovamento del cadavere, gli abitanti del quartiere di Stampace tentarono di dare una spiegazione a quei pochi segni inquietanti e nacque così la leggenda: la donna, rimasta incinta a seguito di un tradimento, era stata scoperta dal marito e da questi brutalmente strangolata. Tuttavia arrivò ben presto la scienza a fare luce sulle dicerie popolari: una prima volta, nel 1899, con le analisi dello scienziato Gaetano Corrado, e poi nel 2005, con uno studio pubblicato dalle Università di Cagliari e Pisa.

Dettaglio delle mani della mummia femminile

Come spiega il Dottor Marco Melis, dell’Università di Cagliari: «I dati scientifici dimostrano che la donna, al momento del decesso, aveva un’età compresa tra i 50 e i 60 anni: decisamente troppi per poter essere in stato di gravidanza. Inoltre anche una morte violenta è da escludere: le analisi hanno rivelato piuttosto le tracce di un avvelenamento da tartaro stibiato, una sostanza tossica spesso usata in passato per le sue presunte virtù medicinali».

In effetti era prassi comune, tra Settecento e Ottocento, somministrare ai pazienti, specie se affetti da disturbi gastrici, simili sostanze, capaci di provocare vomito e coliche. Alla base vi era l’ingenua convinzione che, andando ad irritare ulteriormente un organo già malato, questo per contrapposizione guarisse, secondo la logica del “chiodo scaccia chiodo”.

Ma se non si tratta di delitto, come spiegare il ventre gonfio, l’espressione sofferente e i segni attorno al collo? «I gas derivanti dalla putrefazione del cadavere causano spesso gonfiore addominale e furono anche responsabili di questa strana fuoriuscita della lingua dalla bocca» continua il Dottor Melis. «Per quanto riguarda invece i presunti segni di strangolamento, furono forse dovuti al fazzoletto che teneva ferma la testa quando è stata sepolta».

mummia femminile

Se le cause della morte della donna dunque non sono più tali da suscitare scalpore, decisamente interessanti si rivelano invece le circostanze che hanno permesso una così straordinaria conservazione del corpo. «La mummia si presenta in condizioni ottime, dovute a una serie di fortunate circostanze ambientali: forse morì d’inverno, quindi il clima freddo impedì il proliferare dei parassiti e in particolare delle larve della mosca sarcofaga carnaria, che normalmente causano la putrefazione. Inoltre anche il particolare terreno calcareo di Cagliari dovette giovare alla conservazione, nonché la presenza di alcuni microrganismi specifici».

Ma la misteriosa donna stampacina non è la sola ospite delle sale del Museo. A tenerle compagnia ci sono anche altri due reperti: un feto ottocentesco e una mummia seicentesca di un anziano nobile cagliaritano della famiglia dei Pichinotti.

Il Museo vanta inoltre un’ampia selezione di abiti e strumenti della tradizione popolare, ex voto, reperti scheletrici e calchi cranici che illustrano l’evoluzione anatomica e culturale dell’uomo. Purtroppo accedere a tali risorse non è sempre facile. A causa della carenza di finanziamenti il museo è visitabile soltanto concordando un appuntamento con i responsabili, tramite il sito http://unica2.unica.it/~museoae/visite/index.html.

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